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24 Febbraio 2022L'ultima new-entry di casa Ruffino rappresenta infatti la massima espressione dei vigneti della Tenuta Poggio Casciano, storica culla dei Supertuscan Ruffino sulle colline vicino a Firenze, oggi integralmente a conduzione biologica.
Non a caso, Modus Primo si colloca perfettamente nel progetto che l'azienda fiorentina ha intrapreso per valorizzare i propri vini nati nel cuore delle tenute toscane: i grandi classici come Chianti Classico Gran Selezione Riserva Ducale Oro e Romitorio di Santedame prodotti a Castellina in Chianti; il Brunello di Montalcino Greppone Mazzi e Alauda; l’altro Supertuscan, che ne definisce la parte più moderna e imponente.
Per presentare il nuovo nato, è stata organizzata una cena alla Locanda Le Tre Rane all’interno della Tenuta Poggio Casciano di Ruffino. “A questo luogo - racconta il presidente di Ruffino Sandro Sartor - dove i valori e la filosofia del Vivere di Gusto che contraddistinguono il brand sono totalmente assonanti con il territorio, abbiamo deciso di dedicare un vino, che ne rappresentasse lo stile e ne raccontasse l’evoluzione. Così nasce Modus Primo, in un percorso iniziato nel 1997 con Modus, uno dei Supertuscan di riferimento nel panorama enologico internazionale, e per sottolinearne l’evoluzione in un prodotto che si ispiri al nostro primo Cru e che custodisca il meglio dei 40 ettari di vigneto della Tenuta Poggio Casciano”.
Tre vigneti per tre vitigni dove si coltivano le varietà del blend di Modus Primo: Cabernet Sauvignon (39%), da cui riceve complessità e struttura, Merlot (35%) che gli dona un frutto importante e tannini dolci, Sangiovese (26%), vitigno toscano per eccellenza, che esprime sapidità e note di frutta matura. Un affinamento di 18 mesi in barrique nuove di rovere francese, scelte specificamente nelle tostature del legno per elevare singolarmente ciascuna varietà.
La scelta del blend la racconta Gabriele Tacconi, enologo di Ruffino: “Volevamo innanzitutto che Modus Primo, nella scelta degli uvaggi da utilizzare, avesse le stesse origini di Modus e ne ricalcasse le orme. Inoltre ci sembrava importante che avesse un significato enologico di alto livello nella scelta di vitigni nobili che caratterizzano una terra estremamente vocata come questa conca calda alle porte di Firenze, per dare vita ad un vino strutturato e allo stesso tempo di grande piacevolezza”.
“Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 è stato fatto un importante lavoro di zonazione nella Tenuta Poggio Casciano che ha portato all’individuazione di ben 43 suoli differenti”, prosegue Lorena Troccoli, agronoma responsabile della Tenuta. “Analisi mirate hanno poi permesso di identificare il vitigno più adatto in funzione al tipo di terreno. L’obiettivo è stato, quello di ottenere il miglior prodotto possibile in un percorso che inizia in vigna e segue nelle varie fasi del percorso enologico, dalla cantina alla bottiglia”.
Per quanto riguarda l'etichetta, oltre ad essere rispettosa di Modus nell’icona e nel lettering, presenta alcuni dettagli aggiuntivi: l’oro e il marrone della terra nei raggi che si espandono dalla rosa dei venti, creando un effetto avvolgente ed elegante.
Appena presentato sul mercato con una produzione di 14mila bottiglie destinate ai principali mercati globali, Modus Primo si presenta con un prezzo in enoteca di 50-55 euro.
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A cura di Matteo Cioffi
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