pubblici esercizi
23 Agosto 2022Lo sottolineano i dati dell’ultimo Osservatorio Confcommercio Energia, analisi trimestrale realizzata in collaborazione con Nomisma Energia, secondo cui tra luglio 2021 e luglio 2022 gli aumenti della spesa annuale sono arrivati a toccare il 122% per l’elettricità e il 154% per il gas. Nel dettaglio, gli alberghi hanno speso in media 55mila euro in più per l’energia elettrica, seguiti dai negozi di generi alimentari (+18mila), dai ristoranti (+8mila), dai bar e dai negozi non alimentari (+4mila per entrambi). Numeri non molto diversi per il gas, con settore alberghiero a +15mila euro e ristoranti a +6mila, mentre per bar e negozi il rincaro annuale si situa tra il 120% e il 130%.
IN questo contesto - è il grido di allarme che si leva dalle associazioni - la crisi di Governo non aiuta, tanto più che le prospettive per l'autunno sono particolarmente preoccupanti.“Senza un intervento immediato che faccia da argine all’incremento esponenziale dei costi delle bollette per luce e gas che si è registrato nelle ultime settimane, presto i consumatori si troveranno a fare i conti anche con l’impennata dei listini in bar e ristoranti", è ad esempio il monito lanciato da Fipe. "Fino a questo momento le imprese della ristorazione italiana si sono rivelate le più virtuose d’Europa, ammortizzando questi extra costi senza scaricarli sulla clientela, ma il sistema ora non è più sostenibile".
Per questo motivo, prosegue una nota dell'associazione, bisogna correre ai ripari estendendo immediatamente il credito di imposta anche alle imprese non energivore e non gasivore. "Un credito di imposta che dovrà però essere ben superiore al 15% per l’energia elettrica e al 25% per il gas previsto per il II trimestre 2022, dal momento che le imprese si trovano a fronteggiare aumenti ben più consistenti. In più, dovrà essere concessa la possibilità di rateizzare le bollette monstre ben sapendo che il credito d’imposta è successivo al pagamento e anche se più “generoso” non potrà mai compensare interamente l’extra costo”.
Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi Fipe, a luglio i prezzi dei servizi della ristorazione sono cresciuti del 4,9% rispetto allo stesso periodo del 2021, a fronte di una crescita media nei paesi dell’Unione europea del 7,8%, con incrementi del 9,2% in Austria, dell’8% in Olanda e del 7,7% in Germania. Per contro, la ristorazione italiana deve fare i conti con bollette triplicate nel giro di un anno.
Una pasticceria del centro di Firenze, ad esempio, che a luglio 2021 ha speso 2.307 euro per 9.383 kwh di consumi di energia elettrica, a luglio di quest’anno ha speso 10.243 euro per 11.721 kwh con un costo al Kwh che è salito da 0,16 a 0,69 euro. Analogo discorso per un bar di Roma, costretto a pagare a luglio 6.946 euro kwh a fronte dei 2.316 euro di un anno fa per un consumo equivalente di poco più di 10 mila kwh. In questo caso il costo del Kwh è passato da 0,14 a 0,52 euro.
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