pubblici esercizi
29 Novembre 2022Lo studio condotto da CGA by NielsenIQ in collaborazione con AIBES (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori) evidenzia le caratteristiche principali che i bartender si aspettano da un corso di formazione di successo.
Il 98% del campione rivela di aver ricevuto una formazione professionale sulle bevande da parte dei propri supplier ma il 25% di loro non è soddisfatto e non frequenterebbe un altro corso. I supplier hanno l'opportunità di migliorare e adattare i propri programmi di formazione per soddisfare le esigenze dei baristi, grazie all'ampia percentuale di barman italiani che giudica “buono” il proprio rapporto con i fornitori (69%).
La formazione supporta la crescita professionale del barman sotto tutti i punti di vista
I bartender sono appassionati del loro settore e sono orgogliosi di poter offrire esperienze di consumo eccezionali ai loro clienti: per questa ragione sono disponibili ad accettare la formazione fornita dai supplier o dai brand di bevande (76%) per ampliare la loro expertise. Tuttavia, la carenza di personale a volte rappresenta un ostacolo alla loro capacità di aumentare il livello di soddisfazione dei clienti (67%). Inoltre, i fornitori e distributori devono offrire soluzioni che facilitino l'equilibrio tra lavoro e vita privata (20%), tenendo in considerazione le diverse esigenze dei barman sia sul posto di lavoro che fuori servizio.
Altre sfide evidenziate dai bartender includono la possibilità di crescere a livello professionale (31%) e di far parte di un team di professionisti qualificati (27%). Offrire ai barman l’opportunità di migliorare le proprie capacità di gestire e guidare team affiatati permetterebbe quindi di implementare la costruzione di carriere nel settore dell’hospitality, oltre a creare relazioni più forti con il brand che li ha aiutati a raggiungere i propri obiettivi.
I vantaggi di investire in un programma di formazione di successo
Il 62% dei barman intervistati dichiara di avere una selezione specifica di brand da suggerire ai clienti e 2 su 5 tendono a raccomandare marchi da cui hanno ricevuto una formazione professionale. Inoltre, il 65% del campione ha affermato di voler modificare la propria gamma di prodotti nei prossimi 12 mesi, a dimostrazione che investire in programmi di formazione ben strutturati può aumentare la brand awareness del marchio e influenzare le scelte dei consumatori.
Per esempio, gli intervistati sostengono che una formazione specifica sul "servizio perfetto" di categorie come la birra renderebbe i clienti soddisfatti della loro esperienza complessiva (53%) spingendoli a tornare nel locale (51%) e a ripetere la scelta del brand (33%).
La formazione in presenza è importante per poter costruire relazioni durature
Data la natura “relazionale” del settore dell’hospitality, non sorprende che i baristi preferiscano la formazione in presenza (47%) o ibrida (42%). L'importanza del rapporto interpersonale è rafforzata dal fatto che per instaurare una relazione di successo con i barman sia necessario che i supplier dimostrino di conoscere (82%) e frequentare i loro locali.
Alberto Sciacqua, Client Solution Director Italia, ha commentato: “I supplier di bevande in grado di fornire una formazione adeguata sul proprio brand si collocano nella direzione giusta per alimentare relazioni importanti e durature con i propri clienti. Inoltre, è necessario porre una fortissima attenzione sui barman italiani, player importanti nel settore dell’hospitality a livello mondiale. Per questo è necessario un supporto mirato da parte dei fornitori che in futuro andrà a vantaggio di brand e locali. La ricerca di CGA fornisce informazioni utili sulle opportunità di brand advocacy nel mercato italiano locale e globale, con l’obiettivo di aiutare i fornitori a comprendere come coinvolgere con successo i baristi”.
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