birra
28 Giugno 2023
Carlsberg ufficializza la cessazione delle proprie attività in Russia con un accordo di vendita delle stesse, nonostante la posizione di leadership un tempo occupata nel mercato russo.
La risoluzione avviene dopo un anno dall’interruzione della vendita della propria birra, delle campagne pubblicitarie e dei suoi investimenti nel paese, e dopo che altre multinazionali, tra cui McDonald’s, Starbucks e Heineken, hanno preso provvedimenti analoghi volti al raffreddamento dei rapporti con la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina.
Rimangono un’incognita l'ammontare dell'accordo e l'identità dell'acquirente. Tuttavia, si tratterebbe solo di formalità in attesa che il provvedimento venga finalizzato, tanto che Carlsberg si è già espressa dichiarando che la vendita delle attività russe non influenzerà i rendimenti per l'anno in corso.
Ma la questione sembra più complicata: la separazione delle attività russe dal resto del gruppo Carlsberg è stata definita come "complessa", anche se ora manca solo lo step finale, l’approvazione regolamentare in Russia.
"La firma di un accordo per la vendita del business russo è una pietra miliare molto importante nel complesso processo di separazione e vendita – dichiara Cees 't Hart, CEO di Carlsberg – Sebbene sia stato un processo lungo, è stato importante per noi raggiungere la migliore soluzione possibile per tutte le parti interessate, inclusi i nostri oltre 8.000 dipendenti in Russia. Ora non vediamo l'ora di ricevere le necessarie approvazioni regolamentari".
La decisione di Carlsberg di chiudere le attività in Russia segna dunque un ulteriore colpo per l'economia del paese e solleva interrogativi sul futuro delle multinazionali in Russia in un contesto di consolidata tensione geopolitica.
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