pubblici esercizi
19 Luglio 2016L’argomento non può certo esaurirsi in poco spazio. Tuttavia è giusto soffermarsi su quelle leggi che hanno lasciato un segno profondo, modificando la prassi e gli approcci operativi, stravolgendo la fruizione del locale e la socializzazione fra gli utenti, rivoluzionando le modalità di atti di consumo consolidati nel tempo.
1997: l’Italia, con il D.Lgs 155 l’Applicazione del protocollo HACCP (nel 2004 sono poi stati emanati i regolamenti comunitari del pacchetto igiene, in particolare il Reg. (CE) 852/2004 sull’igiene degli alimenti) . Si tratta di un evento importante per gli operatori dei pubblici esercizi, in quanto le nuove prassi consigliano un approccio diametralmente opposto al precedente: non più un controllo a valle sul prodotto finito, ma un autocontrollo a monte, tramite su tutte le fasi di lavorazione, stoccaggio, trasporto, conservazione e vendita del prodotto alimentare. La parola d’ordine diviene, allora, prevenzione. In questo modo diviene più facile, in caso di criticità, implementare apposite operazioni correttive. Rispetto al passato un’altra novità consiste nel fatto che, oltre ai requisiti igienico-sanitari già previsti dalle normative preesistenti, viene introdotto l’obbligo di documentare e registrare per iscritto cio che viene fatto all’interno dell’azienda per garantire la conformità igienica e sanitaria dei prodotti alimentari (nel 2004 sono poi stati emanati i regolamenti comunitari del pacchetto igiene, in particolare il Reg. (CE) 852/2004 sull’igiene degli alimenti).
16 gennaio 2003: la Legge Sirchia stabilisce che “è vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di quelli privati non aperti a utenti o al pubblico”. Sarà però dal gennaio 2005 che il divieto di fumo nei locali aperti al pubblico sara effettivo (eccezion fatta per le apposite sale attrezzate per i fumatori). Uno stravolgimento di abitudini che all’epoca portò Epicentro (il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica) a effettuare un’indagine su un campione di esercenti. Interessanti gli esiti. Emerse, per esempio, che già a pochi mesi dall’entrata in vigore della legge, uno degli effetti più evidenti fosse stato proprio la reazione dei gestori: solo il 24% di essi, infatti, ammise di continuare a fumare lo stesso numero di sigarette, mentre il 42% dichiarò di aver ridotto o, addirittura, smesso. Anche il temuto calo del rendimento economico non si rivelò così grave: solo il 12% degli intervistati accusò perdite ingenti, mentre per il 25% del campione furono modeste.
2012: il D.L. Balduzzi stabilisce divieto di vendita e somministrazione (anche tramite distributori automatici) di bevande alcoliche ai minori di 16 anni e di vendita (anche tramite distributori automatici) ai minori di 18 (nel 2013 viene esteso anche a loro il divieto di somministrazione). Mentre già nel 2010 erano stati normati gli orari di vendita, in base alla tipologia di attività: per i pubblici esercizi lo stop va dalle 3 alle 6. Inoltre i pubblici esercizi che lavorino oltre le 24, devono predisporre all’uscita del locale un apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico e le tabelle alcolemiche. Da più parti viene salutato come un provvedimento concreto contro l’abuso di sostanze alcoliche, specialmente da parte dei giovani.
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A cura di Matteo Cioffi
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