Mixer_264 - page 3

R
ecentemente ha fatto cronaca la de-
cisione di un qualificato ristoratore
di Bagnolo Mella (Bs) che ha vietato
l’ingresso nel suo locale ai bambini
sotto i 10 anni, dopo le ore 21.
Daunpuntodivistaformale,ilprovvedimento
non presenta criticità: un pubblico esercizio
puòrifiutareunaprestazioneseesistonogiusti-
ficatimotivicheloimpongano,eglischiamazzi,
il piantoo le intemperanzedei piccoli possono
costituire valide giustificazioni.
Inoltre, qualsiasi esercente ha il diritto di
caratterizzare la propria offerta, imponendo
anche vincoli di accesso - sul vestiario, sul
genere, sull’età, etc. - assumendosene i rischi
commerciali conseguenti.
Tralascio gli aspetti educativi e sociali sul fatto
in discussione, che non mi competono, utili
però a completare un ragionamento sunotizie
quasi mai correttamente interpretate dai com-
mentatori, che partono dal presupposto che
tutto sia dovuto solo per il fatto che trattasi di
esercizio aperto al pubblico.
Lo stesso principio vale per l’utilizzo dei ser-
vizi igienici, da pretendere anche senza con-
sumazione, per le aperture prolungate o nelle
festività,perlageneralizzataaccettazionedelle
cartedi credito, indipendentementedal valore
della prestazione, per le garanzie assicurative
sullecosedepositate(oabbandonate)neilocali
e tante altre situazioni simili.
Riprendo però l’argomento non per rafforzare
uninconcludentevittimismo,maperprecisare
che non solo a casa propria, ma anche sul
lavoro ognuno ha il diritto di organizzarsi a
proprio piacimento l’attività, nell’inderogabile
rispetto delle Leggi, ovviamente, e senza mai
dimenticareilmercato.Gliimprenditorihanno
tanti difetti, veri o inventati, ma tra questi non
c’è ancora l’autolesionismo!
Come le ciambelle, che non sempre riescono
con il buco, così le decisioni imprenditoria-
li a volte possono dimostrarsi sbagliate, ma
indipendentemente dall’esito, il processo de-
cisionale è l’elaborazione di molti fattori, tra
cui quelli che riguardano le esigenze e le
aspettative del consumatore.
Quello della critica, poi, è un esercizio facile,
malattiaormai endemica, acausadellaqualesi
èabituatiamettereindiscussionetutto,talvolta
anche le cose che funzionano, mentre sempre
più difficili da trovare sono i valori del rispetto
(delle cose e delle persone) e della obiettività.
Il mondo cambia, non sempre in meglio, ma
questo è il prezzo del Progresso.
La disponibilità ad accettare le cose e a consi-
derarle nel giusto verso, anche quelle negati-
ve, dipende anche dalla velocità con la quale
si susseguono gli eventi o la loro diffusione
mediatica, che obbliga a giudicare fatti che
una volta erano classificati normali o naturali.
Basti pensare ai disagi della neve, che hames-
so (per qualche ora) in ginocchio Cortina e
dintorni. Nevicate di questa portata ci sono
sempre state, accettate come eventi naturali,
senza gli allarmismi che abbiamo registrato.
C’è dunque bisogno di recuperare normalità,
sulla quale costruire comunità disposte ad ac-
cettare anche qualche intemperanza infantile,
che fanno parte della natura del bambino.
Occorrerebbe anche qualche severità in più
dei genitori, una aggiunta di pazienza e com-
prensione, oltre che buon senso, anche per
consentire alle cronache di occuparsi di cose
piùimportantieainostricuochidiconcentrarsi
su ricette e attività che avrebbero bisogno di
coltivare i clienti fin da piccoli!
Lino Enrico Stoppani
“La normalità”
SUL LAVORO OGNI
IMPRENDITORE
HA DIRITTO DI
ORGANIZZARSI
L’ATTIVITÀ COME
MEGLIO RITIENE,
NEL RISPETTO DELLE
LEGGI. QUELLO DI
CUI C’È BISOGNO IN
GENERALE È
IL RECUPERO DEL
BUON SENSO
Il punto
del presidente FIPE
MARZO 2014
Mixer
1
1,2 4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,...116
Powered by FlippingBook