I
l buono pasto da importante mezzo
di incremento del fatturato è progres-
sivamente divenuto un incubo sia sotto
il profilo economico che quello della
gestione. La deriva è iniziata quando il
settorepubblicohaerogato i servizi sostitutivi
di mensa ai propri dipendenti facendo gare
al ribasso i cui sconti, inevitabilmente, han-
no contagiato anche la committenza privata.
Gli emettitori hanno la colpa di aver seguito
la rincorsa al ribasso e gli esercenti di non
essere riusciti a coalizzarsi per rifiutare di
riconoscere commissioni sempre crescenti.
Con le ultime gare di Consip (la centrale di
acquisto della pubblica amministrazione) il
meccanismo è degenerato poiché a fronte di
una commissione relativamente bassa (più è
bassa la commissione e più è alto lo sconto
e più punti si prendono per vincere la gara)
alcuni emettitori si sono inventati i servizi in-
tegrativi daaggiungereoltreallacommissione
per far quadrare i conti e rendere congrua
la loro offerta.
Si tratta di prestazioni alle quali gli esercenti
possono aderire volontariamente e che de-
vono avere un collegamento con il servizio
sostitutivodimensaprestato.Nell’ultimagara
queste riguardano la gestione automatizzata
del ciclo passivo e strumenti di gestione delle
comunicazioni degli esercenti.
Questosistemahaconsentitoadalcune impre-
se aggiudicatarie di offrire sconti del 20,75%
sul valore facciale del buono che saranno pa-
gati dagli esercenti convenzionati.
Per contrastare questo sistema FIPE ha im-
pugnato al TAR la aggiudicazione di tali lotti
e, contemporaneamente, ha presentato un
esposto all’Antitrust denunciando le distor-
sioni della concorrenza e del corretto fun-
zionamento del mercato determinate dalla
valutazione dei servizi aggiuntivi nel quadro
della aggiudicazione delle procedure di gara
bandite da Consip.
Ma in questi giorni stanno accadendo cose
assurde. Una ditta che si è aggiudicata la gara
Consip6sta inviandocomunicazioni ai propri
affiliati con le quali:
• Modifica unilateralmente l’importo della
commissione violando quanto previsto sia
nel proprio contratto che dall’articolo 285 del
regolamentodel codicedegli appalti chestabi-
lisce che lemodifichedevonoessere accettate
espressamente.
• Imposizione, pena la cessazione del servi-
zio, della gestione del ciclo passivo al costo
di “ben” 48 centesimi a buono
• Pretesa di 27 centesimi a buono – a prescin-
deredal suovalore facciale - per il rimborso in
5 giorni lavorativi e di 35 centesimi, sempre
a buono, per il rimborso in 24 ore.
FIPEha immediatamenteposto inessere tutte
le azioni necessaria alla tutela degli affilia-
ti denunciando tali vessazioni alle Autorità
competenti.
ContemporaneamentehastilatounaCartadei
diritti dell’affiliatochecontiene lepiùelemen-
tari regole sancite dalle leggi e dai principi di
buone prassi commerciali redatte dal Forum
di alto livello per un migliore funzionamento
della filiera alimentare della Commissione
Europeachesaràsottopostoper l’accettazione
alle imprese emettitrici.
Marcello Fiore
4
Mixer
MARZO 2014
Superato il punto di rottura
L’opinione
del direttore FIPE
BUONI PASTO:
L’ULTIMA GARA
CONSIPHA AVUTO UN
ESITOMICIDIALE PER
LE PICCOLE IMPRESE
DELLA RISTORAZIONE