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Casati e in via Lomazzo, con

un quarto locale aperto da

qualche mese in Col di Lana”.

Un successo minato però dal

fatto “che ora tutti i ristoranti

cinesi si sono messi a offri-

re anche la nostra cucina” si

lamenta Leo.

troppa concorrenza

Una concorrenza che, visto

i tanti indirizzi che hanno

aperto in tutta Milano, si è

spostata anche sulla ristora-

zione cinese di alto livello.

Una volta c’era solo il China

Club di via Rosmini, poi fal-

lito miseramente, ora invece

c’è l’imbarazzo della scelta.

Nato nel 1982, La Collina d’O-

ro di via Rubens ha subito un

completo rinnovamento nel

2007, grazie all’intervento di

Alessandro Mendini, che ha

creato un atelier dove poter

visitare mostre d’arte e foto-

grafiche mentre si degusta

una cucina cinese rivisitata

modernamente. Nella nuo-

va zona di Milano CityLife

ecco invece il Mi-Cucina di

confine, in viale Cassiodoro,

di fronte alle case di Zaha

Hadid, e l’Oren, di viale Be-

rengario, erede di due degli

indirizzi più famosi tra i ri-

storanti cinesi del passato;

il Pagoda e il China Garden.

Specializzato nella cucina di

Hong Kong è, invece, il Ta

Hua, fondato 40 anni fa dal

signor Shou e da sua moglie

Sucin, e ora gestito dai figli.

Si trova in zona Stazione Cen-

trale ed è specializzato nei

Dim Sum.Tra gli ultimi indi-

rizzi di moda il Bon Wei di

via Castelvetro, con un nome

che è tutto un programma;

Bon, dal francese buono, e

Wei, gusto. Le Zhang, uno

dei tre soci, ci racconta che

“la cucina è tradizionale, ma

con un’alta qualità degli in-

gredienti e con una presen-

tazione di livello”. Con in più

una carta dei vini da risto-

rante stellato, accompagnato

anche da birre artigianali a 15

euro o tè ricercati a 9,5 euro.

Ancora concorrenza che al-

cuni ristoratori hanno cer-

cato di evitare proponendo

altre cucine regionali, come

il Ristorante Nord, Nomen

omen, indirizzo per la comu-

nità dove i gestori parlano

solo mandarino e la tradu-

zione italiana del menù non

è proprio perfetta. Così come

la novità Tang Court di David

Zhou, via Carlo Farini, che

propone lo street food cine-

se, una sorta di barbecue a

basso costo “perciò, siamo

molto gettonati dai cinesi,

oggi oltre il 95% della nostra

clientela”.

Infine vogliamo sottolineare

il tentativo fatto da PietroHu,

con Rosso Fuoco, nel cuore

della Chinatown milanese;

“sono arrivato tardi e quindi

ho deciso di proporre la cuci-

na italiana. Purtroppo ora la

concorrenza cinese è arrivata

anche qui” si lamenta Pietro.

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mixer

dicembre/gennaio 2015

Imprenditori cinesi

pubblico esercizio

il ristorante bon wei di via castelvetro

wangjao di via lomazzo

I nuovi locali

puntano spesso

su alta qualità

degli ingredienti

accompagnati

da una carta dei

vini da ristorante

stellato