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L

a sfida che ci aspetta sta nello sbloccare

unPaese fermo, avviatoversoundeclino

che non merita, anche perché esistono

ancora imprese e persone perbene, che

lottano e si sacrificano ogni giorno per

contrastare l’evidente decadimento.

Expopotrebbe rappresentare la svolta, non solo

per gli “affari” che produrrà (2,7 miliardi di in-

vestimenti complessivi, produzione aggiuntiva

di 23,6 miliardi, valore aggiunto di 10 miliardi,

11 mila nuove imprese, 191 mila nuovi posti di

lavoro, 24 milioni di visitatori, etc.), ma anche

perchèrappresenteràun’occasioneperstimolare

intraprendenzaintantisettorieulteriorequalità.

L’ItaliasembraunPaeseaddormentato,confuso,

incapace di capire la gravità del momento e di

trovare qualche soluzione ai tanti problemi che

l’affliggono.Questoatteggiamentoèdimostrato

sia dai tempi e dai comportamenti della Politi-

ca, ancora distante dalle emergenze del Paese,

dispersiva e inconcludente, sia dalla frequenza

e regolarità con la quale emergono scandali o

fatti di malcostume inaccettabili per un Paese

con un debito pubblico da primato, alimentato

da sperperi, sprechi e spese improduttive che

le lodevoli intenzioni di “spending review” non

riescono a tamponare.

Questa situazione sta però rendendo i cittadini

piùarrabbiati,sentimentochepotrebberitornare

utile, perché una cosa è l’ostilità e l’aggressività,

spesso inconcludenti, un’altra, invece, la rabbia

checreaunpropellenteenergeticochehaaspetti

positivi,sefinalizzatoaraddrizzarecosesbaglia-

te, a migliorarne altre, a rafforzare la necessità

di un cambiamento. Aristotele sosteneva che

tutti sono in grado di arrabbiarsi, è facile …..

ma arrabbiarsi con la persona giusta, con la

giustaintensità,nelgiustomomento,perungiu-

stomotivo, non è da tutti e non è compito facile!

Infatti una “rabbia incanalata” può diventare

una migliore strategia di controllo sulle vicende

del Paese o un elemento di più efficace svilup-

po del confronto negli affari, nella politica e

nell’azione sociale.

È certamente sconfortante affidarsi alla rabbia

per migliorare le cose, ma ci è rimasto poco,

visti imodesti risultati di tutte lemedicine finora

somministrate. La rabbia va accompagnata da

responsabilità, educazione, rispetto delle parti.

Il Paese ha bisogno di più serietà e certamente

di un bagno di umiltà, che comporta anche la

revisione di stili di vita che (forse) non ci pos-

siamo più permettere.

I sacrifici, però, hanno bisogno di credibilità

per essere accettati e non tanto di leggi severe;

infatti, nella misura in cui il Paese percepisce

questo valore, grazie anche ai buoni esempi che

devono arrivare da chi propone gli interventi,

saprà dare risposte convinte e appropriate alle

emergenze. È il vecchio concetto di senso e

dovere civico, che trova nella rabbia un sensore

di allarme, da non confondere con vittimismo

o pregiudizio.

Speriamo che Expo, che ha come oggetto anche

i valori etico-sociali del cibo e dell’ambiente,

sappia far rigermogliare anche nel nostro Paese

i valori morali di cui ha bisogno. Le politiche

economiche sono importanti, ma ancora di più

le qualità umane, che nascono nella testa e nel

cuore delle persone, sulle quali il nostro Paese

ha fondato la sua storia, che non può continua-

mente essere offesa o maltrattata, anche per

rispetto a chi ci ha preceduto.

Cordialmente.

Lino Enrico Stoppani

La rabbia incanalata

ABBIAMO ARCHIVIATO

IL 2014 CHE HA

PORTATO POCO DI

BUONO, ALMENO PER

LE NOSTRE IMPRESE,

E AFFRONTIAMO

IL 2015 PIENI DI

SPERANZE, CHE

CONVIVONO CON

ALTRETTANTE

ANSIE E NUOVE

PREOCCUPAZIONI

Il punto

del presidente FIPE

8

Mixer

FEBBRAIO 2015