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CONSENSO GRAPPA DI CHIANTI CLASSICO

Distilleria Bonollo S.p.A.

Il mito

:

Una dinastia della grappa che popola di

distillerie l’arco appenninico incontrando vinacce

bianche e nere di innumerevoli vitigni: come fa a

scegliere una grappa rappresentativa? Negli anni

Novanta nacque quindi la collezione Consenso,

così chiamata perché otteneva l’approvazione dei

numerosi mastri distillatori della famiglia. Dalla

primigenia di Canaiolo nero, la collezione si

sviluppò successivamente attraversomolte referenze

diventando davvero lamigliore rappresentazione dei

Bonollo.

Lasensorialità:

Non aspettatevi fiori, ma un vero

fruttaio non facile damettere insieme in una grappa.

Mela, banana, lampone, mora e altre ancora in un

ambito rigoroso pervaso dalla morbidezza.

Il rito:

Fatevi versare un goccio di questa grappa

in un tulipano piccolo, memorizzatela. Poi fatevi

preparare altri quattro calici con altrettante grappe

bianche e provate a vedere se la riconoscete. Fatelo

con gli amici.

GRAPPA DI NOSIOLA

Distilleria Pilzer

Il mito:

Un giovane enologo tanto tempo fa ab-

braccia l’alambicco. Un caso raro, reso plausi-

bile dalla passione che gli trasmette suo padre,

lambiccaro nella trentina valle di Cembra, una

zona che al tempo profumava ancora di grappa

clandestina. Affronta la Nosiola, vitigno straor-

dinario, ma anche straordinariamente difficile

per l’alambicco. Vince la scommessa regalando

al mondo una grappa rara.

La sensorialità:

Cristallina come l’acqua della

valle di Cembra, gioca al naso tra eleganti note

floreali e sentori vegetali che si perdono nelle erbe

aromatiche. Il tutto legato da un fruttato gentile.

Come gentile è anche in bocca.

Il rito:

Rigorosamente sola (ma se volete non da

soli), in un tulipano medio, a 15°C di temperatura.

Dopo il primo sorso non avrete difficoltà a scoprire

come proseguire il rito.

GRAPPA UNICA DI CALABRIA

Distilleria F.lli Caffo

Ilmito:

Magliocco, Gaglioppo, Greco: quanti hanno

sentitoparlare di questi vitigni? Eppure costituiscono

una voce importante nell’ampelografia calabrese e

fino ala fine dell’Ottocento, oltre al vino, davano

grappe apprezzate. Poi gli alambicchi furono rivolti

ad altreproduzioni. Caffoha recuperato la tradizione,

mantenendo uniti i vitigni come si faceva una volta,

per fare riscoprire gli aromi di un tempo in una

grappa bianca, per consentire un migliore riflesso

del terroir nel prodotto.

La sensorialità:

Adamantina, profuma di tini in

fermentazione, stupisce un po’ con la sua ardenza

che subito lascia il posto a una vampata di calore

in cui il fruttato gioca ancora un ruolo prevalente.

Il rito:

Vuole la compagnia, il gioco, l’allegria.

GRAPPA FRANCIACORTA

Borgo Antico San Vitale

Il mito:

Immaginate un borgo medioevale che af-

fonda le sue radici nel IX secolo e viene riportato

a nuova vita con un ristorante, un percorso espe-

rienziale sulle acqueviti e una distilleria che oltre a

produrre fa anche ricerca. Immaginate tutto questo

nella più celebre zona vitivinicola di Brescia. Ecco

nascere il mito narrato attraverso alambicchi antichi,

alcuni d’epoca, altri ricostruiti, tavole in rame per

spiegare la storia della distillazione e grandi affre-

schi per comprendere l’evoluzione dell’alambicco.

La sensorialità:

Cristallina come l’acqua di

sorgente, gioca con l’olfatto tra la frutta e l’erba

fresca, riscalda la bocca che rimane semiaperta per

cogliere anche le note aromatiche di fondo dalle

quali non manca la liquirizia.

Il rito:

Rigorosamente da provare durante una

visita al Borgo. Poi potete anche portarvene una

bottiglia a casa.

M

del bere

i riti

66

mixer

luglio/agosto 2015