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PIZZA E PASTA DALL

ITALIA

...

Nata nei vicoli di Napoli si è diffusa dagli anni ‘50

in tutto il Paese, con le dovute variazioni regionali:

oggi consumiamo 56 milioni di pizze a settimana,

quasi 3miliardi all’anno. La pizza italiana, ci racconta

Carlo Spinelli

, “si divide in tradizionale e gourmet.

Della prima scuola fanno parte Enzo Coccia, Gino

Sorbillo, Ciro Salvo, Franco Pepe, Antonio Starita,

Maria Cacialli, Salvatore Di Matteo, Pasqualino Rossi

e i fratelli Salvo “che continuano a narrare la storia

della tradizione partenopea e a divulgare il ‘verbo’

anche all’estero con scuole, concorsi e consulenze”.

La seconda tendenza, che mutua tecniche e ingre-

dienti dell’alta cucina e sperimenta sugli impasti, ha

prodotto “creature” nuove come la pizza gourmet di

Simone Padoan o il “trapizzino” di Stefano Callegari,

la pizza fatta con l’acqua di mare di Giovanni Man-

dara e la Pizza in Black di Vitantonio Lombardo al

carbone vegetale. Anche la pasta è un cibo popolare

approdato alle cucinedegli chef stellati. “Che iperbole

culturale per questo vero simbolo della cucina Made

in Italy! Ormai in tutti i migliori ristoranti d’Italia la

pasta è protagonista, soprattutto quella artigianale”

scrive Spinelli. Già perché anche sul fronte della

produzione sono nati “innumerevoli piccoli pastifici

che ripropongono l’antica lavorazione della pasta”.

Piccole quantità ma qualità alta.

...AL MONDO

La “gourmetizzazione della pizza” come la chiama

RachelWalker

havarcato i confini nazionali trovando

terreno fertile a Londra grazie a piccoli ristoratori

come Fundi e Pizza Pilgrims. “Ma chi ha cavalcato

al meglio l’onda della nuova pizza è stato Franco

Manca, che in sette anni ha aperto dieci locali e

li ha appena venduti per 27,5 milioni di sterline”.

Un successo ottenuto a suon di impasti con lievito

madre o a base di cavolfiore o quinoa, cotti in forni

a legna “creati da artigiani specializzati di Napoli”.

Il boom della pizza creativa, “con condimenti come

formaggio di capra, pesche e gamberi” sta contagian-

do anche la Russia secondo

Alena Melnikova

; qui il

“guru” della nuova pizza è lo chef italiano Valentino

Bontempi, che a San Pietroburgo e Mosca propone

la “pinza” (una pizza fatta con farina di riso).

Il momento d’oro della pizza italiana all’estero è

confermato dalla domanda crescente di export di

macchinari dall’Italia, considerando che il Made in

Italy in questo settore è un punto fermo: +282% in

Etiopia, +248% in Libia e +183% in Turchia per mac-

chine per pastifici, +70% in USA per forni per pane,

biscotti, pasticceria e pizza nel 2014.

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SPECIALE HOST

OTTOBRE 2015

Pane Pizza Pasta