E
xpo è finita, con unanimi apprezzamenti
e consensi che ne confermano il grande
successo, nonostante le preoccupazioni, le
incertezze, i ritardi e (purtroppo) anche gli
scandali che ne avevano accompagnato il
percorso di avvicinamento.
Le eredità che lascia sono tangibili e diffuse,
in
primis la “Carta di Milano” consegnata al Segretario
Generale dell’ONU Ban Ki-Moon, contenente princi-
pi, valori e precisi impegni che dovranno orientare
le politiche economiche mondiali, sulla sostenibilità
delle produzioni, sulla salvaguardia dell’ambiente,
sulla rimozione del paradosso dell’abbondanza, che
porta alla disequilibrata distribuzione dei beni, per
contrastare poi fame, sete e malnutrizione, ma anche
per affrontare i bisogni di un mondo che avrà una
popolazione in crescita.
Su questi temi, i 140 Paesi partecipanti hanno sviluppato
le loro migliori energie, in campo scientifico, culturale
e politico, affinché l’occasione di Expo non fosse ba-
nalizzata alla sola promozione dei brands nazionali,
ma sfruttata, piuttosto, per dare qualificati contributi
inerenti al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita”, portando le proprie competenze, esperienze e
aspettative, poi condivise sui tavoli di confronto che
la regia di Expo ha alimentato.
E’ uscita sicuramente una maggiore consapevolezza
sui temi del cibo e dell’ambiente, grazie anche alla
straordinaria frequentazione dell’evento, una nuova
volontà ad intervenire sulle numerose mancanze e
debolezze che questi argomenti presentano, ma soprat-
tutto un rinnovato tessuto di relazioni internazionali in
campo scientifico, culturale, professionale e politico,
che favoriranno i successivi interventi sul tema e che
confortano sul futuro del mondo.
Expo ha messo in vetrina anche la Ristorazione,
capace non solo di generare business,
ma anche di
sviluppare ragionamenti ed iniziative sulla responsabi-
lità sociale, sul tema degli sprechi e della sostenibilità
della filiera agro-alimentare, sul concetto di cibo come
fonte di benessere e salute, che influisce sulla qualità
della vita delle persone, oltre al rafforzamento del
ruolo sociale della Tavola, come elemento centrale
della convivialità e dello stare insieme.
Expo ha valorizzato il “Food in Italy”,
chiamando
i nostri grandi cuochi ad assumere il ruolo di “testi-
monials” delle numerose eccellenze del nostro Paese.
Siamo ovviamente contenti per i nostri straordinari
campioni, a cui finalmente viene riconosciuto un titolo
ed un ruolo primario nella promozione enogastrono-
mica dell’Italia.
Il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, de-
legato del Governo su Expo, ha promosso il “Food
Act”,
un patto tra Governo e Ristorazione per miglio-
rare e rafforzare il settore, riconoscendone l’importan-
za, ed impegnandosi a favorire l’accesso al credito, a
semplificare la burocrazia, per esempio sugli stages,
a contrastare le contraffazioni e le frodi alimentari,
a valorizzare la funzione turistica del comparto, in-
vestendo cioè sulla Cucina Italiana come fattore di
attrazione e di sviluppo economico del Paese.
Expo ha portato anche a discutere sul futuro del cibo
che cambia, con i ragionamenti che hanno interessato
insetti, alghe o alimenti prodotti in laboratorio con
l’uso di nanomateriali, da molti visti come provoca-
zione o come semplice boutade. Sta di fatto, però, che
l’Unione Europea, dopo 18 anni, ha rivisto proprio
in Expo il Regolamento per aggiornare le procedure
per l’autorizzazione dei “nuovi cibi”, invitando l’EFSA
(Authority per la sicurezza alimentare) a raccogliere
l’innovazione e le esperienze di molti paesi.
Contemporaneamente l’OMS (OrganizzazioneMondia-
le della Sanità) ha inserito la carne rossa e gli insaccati
nella lista delle sostanze più cancerogene, mettendo
in discussione certezze e consolidate abitudini del
mondo occidentale.
Ne vedremo, quindi, delle belle anche a tavola, gusti
e stomaco permettendo!
Le eredità di Expo
Il punto
del presidente FIPE
Lino Enrico Stoppani
10
Mixer
NOVEMBRE 2015
Cordialmente.