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D

a qualche mese anche chi non si occu-

pa di finanza, con preoccupazione sta

prendendo confidenza col termine “bail

in”che letteralmente significa “salvataggio

interno” delle banche ossia da parte di

azionisti e correntisti, utilizzato in alternativa al

“bail out “o salvataggio esterno” vale a dire da

parte dello Stato o Entità Pubbliche.

In pratica in situazioni di crisi, lo Stato non sarà

più il primo ad intervenire come avvenuto dopo

gli scandali tipo LehmanBrothers, evitandoquindi

che il default delle banche gravi da subito sulle

spalle dei cittadini/contribuenti.

Come funziona?

Dal 1 gennaio 2016 il “bail in” sarà operativo anche

in Italia, anche se, come scrive la Banca d’Italia

nel documento datato 8 luglio 2015 (

https://www. bancaditalia.it/dotAsset/12fa9adf-4544-4eff-838c- 41449d6e2672.pdf ) po

trà essere applicato già dal

2015 se servirà ad evitare un dissesto.

Per salvare una Banca in crisi, tra i vari strumenti

di risoluzione si avrà anche il “bail in” che ope-

rerà con la svalutazione delle azioni e dei crediti

e loro conversione in azioni al fine di assorbire

le perdite e ricapitalizzare la banca.

Le perdite che gli azionisti e i creditori potranno

subire non saranno maggiori di quanto possono

subire in caso di liquidazione ordinaria.

Lo Stato, dal canto suo, potrà intervenire solo

dopo che i costi della crisi saranno stati ripartiti

tra gli azionisti e creditori con un “bail in” pari

almeno all’8% del passivo.

Chi rischia di più?

Il “bail in” si applicherà considerando la gerar-

chia “degli investitori”, partendo dalle categorie

più rischiose e man mano che si esauriscono, si

passerà alle altre, come dall’elenco che segue:

- Azionisti

- Detentori di altri titoli di capitale

- Altri crediti subordinati

- Persone fisiche e pmi con depositi oltre i 100.000

euro

- Fondo di garanzia dei depositi

Strumenti esclusi

Non rischiano nulla:

- I depositi fino a 100.000 euro

- Le passività garantite (es. covered bond)

- Debiti verso fisco, dipendenti, fornitori, Enti

Previdenziali

- Passività da tenuta fiduciaria di beni (es. cassette

di sicurezza o conti appositi).

Cosa rischia il correntista con

disponibilità oltre 100.000 euro?

In linea di massima i conti oltre i 100.000 euro

(di privati e imprese) saranno utilizzati solo se gli

strumenti meno protetti nella gerarchia fallimen-

tare non saranno sufficienti a coprire le perdite e

ripristinare il capitale. In pratica se “il buco” è di

dimensioni enormi, il rischio può essere elevato!

In via del tutto discrezionale tali conti potranno

essere preservati, solo se il “bail in” sarà stato

applicato almeno all’8% del totale delle passività.

Come proteggersi

Per preservarsi da rischi si raccomanda la

massima attenzione nella sottoscrizione dei

prodotti. Verificare la solidità della Banca,

informarsi leggendo i documenti obbligatori

che la Banca deve mettere a disposizione e

farsi assistere da consulenti esperti prima di

sottoscrivere prodotti di cui si conosce poco.

La stessa Banca d’Italia nel citato documento

consiglia alla clientela al dettaglio (detta an-

che retail) di comprare certificati di deposito

anziché obbligazioni!

Inoltre, le banche stesse dovranno offrire gli

strumenti di debito, diversi dai depositi, agli

investitori esperti, soprattutto in caso di stru-

menti subordinati vale a dire che sopportano

le perdite subito dopo gli azionisti.

M

100

mixer

dicembre/gennaio 2016

Il commercialista

gli esperti

Il dr. Walter Pugliese

risponde alle domande

inoltrate a:

info@studiowpugliese.

it che verranno

pubblicate sui prossimi

numeri del mensile.

Chi volesse inviare le

domande autorizza

MIXER a pubblicare i

suoi riferimenti (nome,

cognome, indirizzo

e-mail) a meno di esplicita

richiesta contraria.

Studio Walter Pugliese

tel. 02/87380518

fax 02/ 87380630

info@studiowpugliese.it

dal 2016

pagheranno

prima i cittadini

che lo Stato.

ecco chi rischia di

più e i consigli per

difendersi

di Walter Pugliese

Proteggersi

dalle crisi bancarie