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Mixer

GIUGNO 2016

INEI – Istituto Nazionale Espresso Italiano

G

rande è la fama toscana del saper godere delle cose belle

e buone. Forse proprio questo ha spinto la torrefazione

Jolly Caffè, nella persona di GerlandoMaggiordomo, suo

amministratore delegato, a fondare con altri colleghi l’I-

stituto Nazionale Espresso Italiano (Inei), per certificare

sensorialmente la qualità in tazza.

Com’è il carattere toscano del caffè?

In Toscana vi è il gusto del buon vivere. Sia nelle grandi città

culturali come Firenze, sia nei centri piccoli e piccolissimi non

ci si fa mancare l’atteso premio della domenica, assaggiando

“il dolcino” (sempre artigianale) e l’espresso (o cappuccino)

comodamente seduti in una pasticceria o in un bar. È questo

il buon gusto che cercano molti turisti che giungono nella

regione alla ricerca di esperienze, facendo domande e desi-

derando un ottimo espresso. Anche dove il turismo giunge

a grandi numeri, non manca mai un piccolo bar o ristorante

made in Tuscany dall’antipasto al caffè.

L’Istituto Nazionale

Espresso Italiano

L’Istituto Nazionale

Espresso Italiano (www.

espressoitaliano.org

), di

cui fanno parte torrefattori,

costruttori di macchine

e macinadosatori e altri

sodalizi che volgono la

loro attenzione all’espresso

di qualità, oggi conta 42

associati con un fatturato

aggregato di circa 700

milioni di euro.

Quali sono le caratteristiche sensoriali dell’espresso in

Toscana?

Vi sono due volti dell’espresso in Toscana. Il primo è diffuso

nel centro nord della regione (Firenze, Siena, Val D’Orcia)

e si presenta con una tessitura fine e un ricco equilibrio tra

l’acidità piemontese e la rotondità degli aromi di cioccolato e

della frutta secca più vicini al caffè emiliano. Sulla costa e a

sud (con qualche

enclave

nel nord come Livorno) l’espresso

assume invece tratti più corposi e tipici di tostature più elevate

vicine ai gusti romani.

Quali sono le novità nella regione?

Accantoagli antichi caffèstorici, sononati locali chesperimentano

nuove proposte, come le librerie-caffetterie, i ristoranti a menù

a chilometro zero e i bar che propongono monorigini e che to-

stano in sede delle proprie miscele. Il dato più rilevante è però

un altro: l’elevatissimo numero di attività che stanno nascendo

(soprattutto nelle grandi città) grazie a giovani imprenditori

dalle idee buone e chiare. Attenti al marketing e al servizio,

questi nuovi baristi vogliono distinguersi ricercando la qualità,

formandosi sempre di più e partecipando a competizioni, con-

sapevoli del loro lavoro e della comunicazione del loro operato.

Siete tra gli ideatori dell’Inei. Cosa avete desiderato in-

sieme all’istituto?

Aderendo alla certificazione dei propri prodotti l’azienda si

mette in gioco e dimostra tutto il suo impegno: si fa entrare

nella propria vita un ente esterno di portata nazionale per

controllare il proprio operato. Di certificazioni ce ne sono mol-

te, ma Inei ha dato vita alla prima a carattere sensoriale nel

mondo del caffè e mantiene coerenza nel tempo utilizzando

metodologie e strumenti supportati dalla scienza. Così esistono

numerosi corsi di formazione per baristi: dotarsi di un ente di

formazione che opera in tutta Italia utilizzando metodologie

omogenee, sperimentate e riconosciute è fondamentale per

superare i propri confini e accrescere la propria professionalità.

Certificare i prodotti e diffondere gli strumenti per conoscere la

qualità sono quindi atti di coraggio perché poi si deve sapere

dare e mantenere ciò che si promette.

M

Il buon vivere

toscano

diventa espresso

italiano

MARIAFIORE MAGGIORDOMO DI JOLLY CAFFÈ RACCONTA IL CAFFÈ IN TOSCANA

CON GLI OCCHI DI CHI HA IMMAGINATO E SOGNATO LA CERTIFICAZIONE ITALIANA DELL’ESPRESSO

MARIAFIORE MAGGIORDOMO

DI CLAUDIA FERRETTI