L’autoreèConsiglieredell’Istituto
Internazionale Assaggiatori
Caffè e Amministratore del
Centro Studi Assaggiatori
www.assaggiatoricaffe.orgCARLO ODELLO
La
conoscenza
non si
svende
ALCUNI INFELICI EPISODI POSSONO
SVILIRE IL RUOLO E LA PROFESSIONALITÀ
DEL FORMATORE. CHE, AL CONTRARIO,
DEVE ESSERE VALORIZZATO AL MEGLIO
PER UNA FORMAZIONE DI SUCCESSO
DI CARLO ODELLO
UN CORSO DI FORMAZIONE IN COREA
S
nocresciuto inun ambiente incui la forma-
zione è sempre stata sacra. Tutto ciò che
la riguardava era considerato tale, a partire
dai libri, rigorosamente inchiostrosucarta.
Solo negli anni dell’università ho iniziato a
vedere la conoscenza digitalizzata in caratteri che
scorrevano su schermo. Prima la parola stampa-
ta dava un suggello di realtà alla conoscenza: si
poteva toccare, era materiale e per questo reale.
E soprattutto era considerata sostanza di grandis-
simo valore, un punto che sembra essere venuto
meno nell’era del digitale, almeno in Italia.
Mi ha preso infatti una fitta al cuore quando re-
centemente ho visto un corso di caffetteria che,
viaggiando sulle deboli ali di un’e-mail, veniva
segnalato con termini quali “promo del mese”
e “corso a soli tot euro”. A un primo sgomento
è seguito un momento di rabbia immotivata
e ammantata di sdegno verso chi, magari in
buona fede, cercava di spingere il corso in
ogni possibile modo. Con il risultato di svilire
addirittura la professionalità del formatore.
Nessuno è esente dall’uso poco felice di alcuni
termini che possono sembrare a primo acchito
efficaci. Nessuno è depositario dell’uso perfetto
di una lingua che non ci viene donata ma inse-
gnata e talvolta purtroppo con colpevole legge-
rezzada cattivimaestri. Eppurequei termini così
sfacciatamente svilenti la formazione proposta
mi hanno fatto male: si tentava di svendere la
conoscenza in poche righe di una scarna e-mail.
Quando si promuove unmomento di formazio-
ne, che sia un seminario, un corso o un master,
bisognerebbe indossare quei guanti bianchi da
gioielliere e aprire la scatola che contiene il
nostro lessico migliore. Non certo per essere
pedanti e professorali, bensì per promuovere
la conoscenza come si farebbe con una grande
tela d’autore o un gioiello così brillante da fa-
re male agli occhi. Forse bisognerebbe partire
proprio dalla descrizione del formatore, della
persona che trasmetterà la conoscenza agli allie-
vi. E sarebbe sempre bello narrarne il percorso
professionale, emagari anche personale, dargli
spessore e lasciare che siano le sue azioni pas-
sate a qualificare la formazione del presente. E
inoltre, per quanto possa sembrare banale, ag-
giungere una fotografia del formatore all’opera:
gli doneràquellagiustavitalitàagli occhi dei suoi
futuri studenti. Sarebbe oltre modo importante
inquadrare nel dettaglio i contenuti del corso
e indicare l’esatto contesto in cui questo si svi-
luppa: la cornice di una scuola o di un istituto
o di un’associazione si rivelerà probabilmente
fondamentale per dare ulteriori garanzie agli
allievi. E infine, se possibile, perché non ripor-
tare i giudizi degli alunni, concedetemi l’uso del
termine, perché non fare parlare proprio chi ha
già ricevuto la conoscenza in questione? Sono
contenuti potenti e di per sé stimolanti perché
pongono in risalto gli elementi di una forma-
zione di successo: l’insegnante competente, i
contenuti di spessore e la soddisfazione degli
allievi. Senza dovere ricorrere a espressioni
rozze e grevi che rischiano di attrarre solo gli
allievi che guardano alla formazione nel modo
più sbagliato: riuscire apagarlaun tantoal chilo.
E magari con lo sconto last-minute.
M
Chi fosse interessatoacontattare l’autorepuò farlo
scrivendo a:
carlo.odello@assaggiatori.comGLI ESPERTI
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GIUGNO 2016