35,5%, mentre quella di bronzo è conquistata da In-
stagram con il 17,5%.
“In questo scenario – fa notare Clivio – il sito dei
locali, che risultava essere la prima fonte di informa-
zioni, si inserisce soltanto al 5° posto. Occorre tuttavia
considerare che la pubblicazione di post sui website
non è frutto della sola decisione del consumatore, ma
dipende anche dalle possibilità date dai gestori. E in
questa prospettiva, l’indicazione emersa dalla nostra
analisi suggerisce a bar e ristoranti di instaurare un
dialogo più diretto con il consumatore”.
Un obiettivo che potrà però essere raggiunto a patto
chesi tengacontodi un’altravariabile individuatadalla
indagine: “La pubblicazione di video e immagini è
unaconsuetudinepraticatasoprattuttodaiMillennials
(35,2%) – rileva Clivio –. È invece quasi del tutto igno-
rata dai Baby boomers, da coloro cioè che hanno tra i
52 e i 65 anni: in questo caso, infatti, il dato non
vaoltre l’8,9%”. Il checomportanaturalmente
fortiimplicazionisottoilprofilodellacomuni-
cazione: “Laconsapevolezzacheesistono
grandi disparità nel ricorso ai post in
funzione delle diverse fasce d’età dei
clienti – segnala la consulente – può
aiutare locali e aziende a individuare
le giuste modalità per dialogare con
i diversi target”.
IL NOME DEL LOCALE
Molto, dunque, c’è ancora da fare sulla
strada dei post. E questo vale anche nei
confronti di chi è già abituato a pubblicare
video e immagini dei bar e dei ristoranti
frequentati. “In poco meno di 7 casi
su 10 – sostiene Clivio –, gli avventori
non citano i locali, ma si limitano a
documentare il loro vissuto. Un gap
importante, quindi, su cui i gestori po-
trebbero e dovrebbero intervenire, an-
cheinconsiderazionedelfattoche,come
già detto, leopinioni online esercitanoun
forteascendentesuchi cerca informazioni”.
E l’indicazione assume un valore ancora
più significativo se si considera che – stando sempre
alle evidenze emerse dalla ricerca – la maggior parte
dei clienti (61%) si dichiara propenso a pubblicare re-
censioni e/o commenti positivi ed evidenziare soprat-
tutto aspetti positivi ovvero immagini che esprimono
divertimento, allegria e condivisione dell’esperienza.
“Solo in 2 casi su 10 – osserva Clivio – gli intervistati
dichiarano di pubblicare elementi che denuncino una
situazione o un servizio insoddisfacente”.
LE RECENSIONI
Ultimo step della relazione che lega clienti e locali
nel mondo digitale è quello rappresentato dalle
recensioni
. Un passaggio cruciale che non di rado
rischiadi presentareancheaspetti critici, e chequindi
è importante impararea conoscereepadroneggiare.
Inquestaprospettiva l’analisi di Tradelab rappresenta
un utile punto di riferimento, perché foto-
grafacomportamenti epropensioni
degli utenti, al di là dei luoghi
comuni. La survey sottolinea
infatti come non vi sia una
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/ NOVEMBRE 2016
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