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26 Novembre 2019“La battaglia contro lo spreco alimentare è prima di tutto culturale e gli oltre 110mila ristoratori italiani sono pronti a diventare dei formidabili educatori sul territorio. Grazie al progetto Rimpiattino, realizzato insieme a Comieco, siamo riusciti a evitare che la quantità di cibo di circa 15mila pasti ordinati e non consumati venisse gettata tra i rifiuti, come purtroppo accade troppo spesso. Le cosiddette doggy bag, molto diffuse specie nei paesi anglosassoni, finora hanno faticato a prendere piede in Italia, ma grazie a questa iniziativa speriamo di aver messo in moto un processo virtuoso. Essere stati premiati da un'eccellenza quale è l'associazione Last Minute Market, la prima a sollevare in Italia il problema dello spreco alimentare, è per noi motivo di grande orgoglio e ci spinge a diffondere in maniera sempre più capillare il Rimpiattino”.
Così Rodolfo Citterio, consigliere di Fipe - Federazione italiana dei Pubblici esercizi, commenta il riconoscimento ricevuto oggi pomeriggio a Roma, presso il ministero dell'Ambiente, nell'ambito della 7° edizione del premio Vivere a Spreco Zero.
Il progetto Rimpiattino è stato ritenuto il migliore nella categoria “Imprese”. Un progetto cui la Fipe ha cominciato a lavorare in seguito all'entrata in vigore della legge 166, la prima sullo spreco alimentare, che ha visto come prima firmataria l'on. Maria Chiara Gadda e che è divenuto realtà nel corso del 2019, prima a Firenze e poi nel resto d'Italia.
“Gli ultimi dati testimoniano che non sono i ristoranti il luogo in cui si spreca la maggior quantità di cibo – sottolinea Citterio –, ma questo non significa che anche i ristoratori non debbano dare il loro contributo. Nel corso dell'anno abbiamo distribuito 35mila rimpiattini in 875 ristoranti di 22 città e la risposta dei clienti è stata straordinaria. A questo progetto si accompagna il manifesto per una cucina a spreco zero e un lavoro per rendere sempre più sostenibile la ristorazione italiana, che è un'eccellenza che tutto il mondo ci invidia. Ora anche di più”.
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