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19 Febbraio 2014Oscar Farinetti, fondatore di Eataly ha approfittato del palcoscenico della seconda giornata di RistorExpo 2014 “In cibo veritas”, per comunicare la data dell'inaugurazione di Eataly Milano prevista per il 18 marzo 2014, giornata scelta in ricordo delle “cinque giornate di Milano”, e l'apertura di Eataly Parigi tra due anni in collaborazione con la Galleries La Fayette.
La visita alla fiera ha dato inoltre occasione all’imprenditore di incontrare il pubblico della manifestazione affiancato dai giovani degli istituti alberghieri. E spiegare la sua visione del mondo raccontata nel suo ultimo libro, “Storie di coraggio”, come pure il suo progetto Eataly. «Oggi, in Italia - ha esordito Farinetti -, tutti possono avere successo in qualsiasi campo, basta avere coraggio. Stiamo consegnando ai giovani un Paese in uno stato pietoso e, paradossalmente, in questo scenario così disastroso, i giovani posso solo risalire e devono essere capaci di risolvere i problemi da soli, senza aspettare che vengano risolti da chi,
negli ultimi trent'anni, li ha creati. I Paesi in crisi si riconoscono perché sono quelli nei quali nessuno cambia idea, anche se sbagliata, dove tutti si credono innocenti. Bisogna guardare agli Usa, leader assoluto nel mondo, dove il segreto sta nell'iniziare ogni pensiero con “maybe”. Il coraggio è in via d'estinzione e per questo ho deciso di parlare, nel mio libro di 12 produttori di vino che hanno riscoperto tecniche di contadinaggio antichissime, dimostrando coraggio. Il segreto è riuscire a gestire i contrasti apparenti mettendo insieme valori che a prima vista sembrano contrastanti, come l'informalità e l'autorevolezza, l'autoironia e il senso dell'orgoglio, l'onestà e la furbizia».
[caption id="attachment_20014" align="alignleft" width="275"] Oscar Farinetti[/caption]
Quanto ad Eataly, «Uno dei suoi slogan - ha continuato Farinetti - è “It’s difficult to be simple”, ovvero “è difficile essere semplici”. Abbiamo creato un nuovo modo di impostare un progetto: prendiamo il meglio di due cose e ne creiamo una nuova che ancora non esiste, il tutto con massima semplicità. Ciò che è semplice è anche normale, e questo deve diventare il nostro obiettivo per il futuro, ribellandoci, per esempio, al fatto che l'anormalità burocratica sia una normalità nel nostro Paese».
«Dobbiamo svegliarci la mattina - ha aggiunto Farinetti - con un numero in testa: 0,83. Questa è la percentuale di italiani nel mondo. Il resto dei cittadini del mondo vuole le tre F che caratterizzano l'Italia: Fashion, Food e Forniture. Bisogna quindi studiare il mondo nel suo complesso e superare il contrasto tra la grandissima arte manifatturiera italiana ed il provincialismo troppo accentuato che ci rende incapaci di vendere nel mondo».
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