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19 Maggio 2015Leonardo Da Vinci è tra i nostri più grandi geni, che il mondo ci ammira. Poliedrico artista, inventore e scienziato, ha lasciato a Milano tracce esclusive del suo talento, ma anche della sua vita privata, come la storia della vigna donatagli da Ludovico il Moro Sforza nel 1499. Sono passati oltre 20 anni da quando pubblicai sul Corriere Vinicolo il primo articolo, inedito, sulla vigna di Leonardo, che diede vita anche ad un capitolo del libro “Storia d’Italia in 40 Cantine” scritto insieme all’amico Sergio Redaelli.
Numerosi fonti asseriscono che Leonardo fosse astemio, ma riteniamo che fosse troppo intelligente per non assaggiare e conoscere il vino. Nessuno comunque si era mai chiesto quale vitigno e vino venisse coltivato e prodotto nella famosa vigna di Leonardo. Secondo recenti indagini genetiche, coordinate da Luca Maroni, i resti vegetali delle viti recuperate nel giardino milanese, dove si sarebbe trovata la vigna di Leonardo, sembrano corrispondere al vitigno Malvasia aromatico, la cui coltivazione oggi è concentrata nella provincia di Piacenza. La notizia ha fatto scalpore anche perché è stato deciso di reimpiantare quel vigneto in occasione di Expo 2015 per consentirne la visita ai turisti. E il Consorzio di Tutela Colli Piacentini è stato scelto come partner operativo per fornire il materiale da trapianto ed eseguire l'impianto. Da ciò nasce la bella iniziativa di Cantina di Vicobarone, che dedica un grande lavoro di elaborazione e ricerca, alla Malvasia dei Colli Piacentini Doc. Cantina di Vicobarone, il maggior produttore di Malvasia dei Colli Piacentin,i ne propone una gamma decisamente significativa, comprendente tutte le tipologie: ferme e frizzanti, dolci e secche, spumanti metodo classico e charmat.
La bella vigna di Leonardo si trovava oltre il fossato della città, fra porta Vercellina e la pusterla di S. Ambrogio, accanto il monastero di S. Gerolamo, congeniale a Leonardo poichè era poco distante dal Castello sforzesco e da S. Maria delle Grazie, i due maggiori centri della sua attività. Secondo Luca Beltrami uno dei più autorevoli studiosi dell'artista, sembra essere rimasta nelle condizioni in cui si trovava all'atto della donazione, sistemata cioè semplicemente a vigna, con un viale mediano o pergolato fino al 1920. Oggi questa incredibile storia torna tra noi con un calice di Malvasia dei Colli Piacentini.
Guido Montaldo. Giornalista, storico, esperto in comunicazione del vino. redazione@ilbuonodellavita.com
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A cura di Matteo Cioffi
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