bevande
30 Dicembre 2015«Dalle stime dell’Osservatorio del Vino, emerge che il comparto nazionale dei vini spumanti chiuderà il 2015 con soddisfazione, traguardando una produzione di 519 mln bottiglie nel 2015 (+10% su 2014) e un consumo interno in ripresa. A confermare questo trend, sono i dati assoluti di consumo relativi al Natale che passerebbero, secondo stime dell’Osservatorio, da 54 mln di bottiglie delle festività 2014 a 56,5 mln previsti per le prossime. Interessante anche l’export di spumante italiano che, trainato dal Prosecco (+29%), con 362 milioni di bottiglie fa registrare per tutto il 2015 un +13% sul 2014. Tasso di crescita triplo, questo, rispetto a quello relativo all’export mondiale di bollicine pari a +4,1%».
Con queste parole Domenico Zonin, Presidente di Unione Italiana Vini - la principale organizzazione di settore nel comparto, espressione della rappresentanza nazionale e unitaria di tutti i soggetti imprenditoriali e professionali della filiera vitivinicola che rappresenta oltre il 50% del fatturato nazionale nel settore del commercio vinicolo e l’85% dell’export – commenta le stime fornite dall’Osservatorio del Vino relativamente al bilancio 2015 per i vini spumanti, sulla base dei dati elaborati da Ismea, da UIV e da SDA Bocconi.
«Numeri importanti per le bollicine italiane sia sul mercato interno sia all’estero - dichiara Raffaele Borriello, Direttore Generale di ISMEA - che quest’anno supereranno la soglia produttiva di 500 milioni di bottiglie, grazie soprattutto ad un export che viaggia a doppia cifra rispetto al 2014. In ripresa anche il mercato in Italia (+4%) trainato soprattutto dalle vendite presso la GDO (+8 a volume e +7% a valore) e l’Horeca. La spumantistica - prosegue Borriello - è un ambito produttivo che Ismea sta seguendo con crescente interesse, mettendo a disposizione del sistema vinicolo italiano fonti informative ufficiali e certificate per assicurare certezza attendibilità scientifica dei dati».
«Il mese di dicembre – aggiunge Zonin - per molte realtà rappresenta ancora un momento molto attivo che può far variare sensibilmente il risultato finale d’impresa. Per questo motivo i dati definitivi verranno presentati entro i primi sei mesi del 2016, quando saranno chiusi i bilanci di tutte le aziende. Interessante evidenziare, però, che il consumo di spumante italiano nel mercato interno, grazie soprattutto al Prosecco, si è destagionalizzato, diventando vino ‘da tutto pasto per tutto l’anno’. Trend confermato dai dati: negli anni 2000 il 60% degli spumanti si consumava a Natale quando oggi, invece, il consumo è sceso al 35%».
«Nonostante i dati a disposizione e i nostri migliori auspici – spiega il Presidente Zonin – dobbiamo avviare una seria riflessione su come consolidare i risultati ottenuti e stabilizzare la leadership per far crescere il valore del nostro export. Il comparto spumantistico nazionale fatica a strutturarsi organicamente per affrontare il salto inevitabile verso i mercati stranieri, sempre più interessati al nostro prodotto di qualità. È bene evidenziare che l’export, infatti, si sposta verso gli spumanti di qualità che, in valore, fanno registrare un +16,4% per i DOP e un +57,5% per gli IGP, quando invece gli spumanti “comuni”, pari al 14% a volume e al 12% a valore del totale esportato, perdono il 5,7% a volume mantenendo un debole +1,3%».
«I sensibili risultati di crescita in quantità e valore, unitamente alla destagionalizzazione dei consumi – conclude Andrea Rea, Responsabile Wine management lab SDA Bocconi - dimostrano senza equivoci il successo della formula italiana nel mercato delle bollicine. È il contesto ideale per realizzare strategie di marketing specifiche, non solo per riposizionare l'Asti, unico prodotto in controtendenza, ma soprattutto per consolidare e sviluppare la leadership della straordinaria varietà italiana e del suo stile di vita "evergreen" nel mondo intero».
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A cura di Matteo Cioffi
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