caffè
20 Dicembre 2024
Il regolamento EUDR è stato uno dei temi più caldi dell’anno. E finalmente è arrivata la proroga di un anno, auspicata da molti. Vero è che l’adozione di pratiche sostenibili è ormai una priorità per tutti. Combattere il degrago boschivo è una fondamentale per Treedom che utilizza l’agroforestazione nella filiera di caffè di Petatàn nella regione montuosa di Huehuetenango in Guatemala.
In meno di 15 anni, la B Corp fiorentina ha piantato oltre 4 milioni di alberi nel mondo, tra cui più di 30.000 alberi di caffè in Guatemala, creando così la comunità Doña Lucero, da cui prende il nome il caffè coltivato nella piantagione. Per questo Natale, Treedom ha deciso di regalarne una confezione a chiunque voglia contribuire alla piantumazione di un albero di caffè in questa realtà.
È così che gli alberi diventano un mezzo non solo per combattere il cambiamento climatico, ma anche per offrire opportunità di lavoro alle donne. Di questo ne abbiamo parlato con Martina Fondi, Partner Business Developer & Head of Forestry di Treedom.
In cosa consiste il progetto Caffè Doña Lucero di Treedom?
Il caffè Doña Lucero è un 100% arabica, tostato da Mondicaffè, una rete di torrefattori attiva principalmente nella distribuzione per il settore horeca. Il marchio prende il nome dalla cooperativa femminile creata in Guatemala grazie al sostegno dell’associazione umanitaria AMKA, con cui collaboriamo da diversi anni. AMKA ha supportato 80 donne locali, permettendo loro di diventare produttrici e imprenditrici di caffè ottenendo non solo indipendenza economica, ma anche un’emancipazione altrimenti irraggiungibile.
Qual è il ruolo della donna nelle piantagioni e nell’industria del caffè?
All’interno delle piantagioni, le donne svolgono spesso ruoli di lavoro subordinati, raramente ricoprendo posizioni di comando o decisione. Con la comunità Doña Lucero, vogliamo offrire opportunità di crescita, empowerment, competenze tecniche e soft skills, per rendere le donne guatemalteche consapevoli del loro valore e delle loro opportunità, e per aiutarle a diventare autonome nell’autodeterminazione.
Uno dei problemi principali per la produzione di caffè riguarda il cambiamento climatico, quale influenza ha il clima sulla piantagione?
Il caffè è molto sensibile al cambiamento climatico, che lo sta rendendo una commodity particolarmente fragile. Di conseguenza, la sua coltivazione si sta spostando verso zone più elevate, nelle aree montuose, dove coltiviamo anche la varietà robusta. Lavoriamo sempre con sistemi agroforestali, che oltre a tutelare gli equilibri ecologici e ridurre la perdita di biodiversità, sono anche più resilienti al cambiamento climatico. Questi sistemi riducono l'insolazione e l'irraggiamento solare, offrendo una maggiore protezione grazie alla presenza di altri alberi, e permettono così di garantire raccolti più sicuri nel lungo periodo.
Non solo cambiamento climatico, ma anche aumento del prezzo della tazzina, cosa ne pensa?
Un altro tema legato al caffè è l'aumento della domanda, che sta facendo salire vertiginosamente il prezzo del caffè a livello globale. Per noi, è fondamentale comprendere il valore che si nasconde dietro il bene che stiamo utilizzando. Nel nostro caso, si tratta di un caffè di alta qualità, particolarmente pregiato, che non solo arriva nella tazzina, ma offre anche opportunità. In sostanza, si tratta di capire che dietro quel prezzo c'è un valore reale e di riconoscere la differenza tra valore e prezzo.
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