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01 Marzo 2018Dall’originale pizza bianca alla pala alle versioni più curiose e creative, dal tradizionale supplì al telefono alle sue varianti al sugo e cacio e pepe, c’è solo una città più romana di Roma: la Milano di Romoletto.
Nato dall’intuizione di un avvocato romano di casa a Milano ormai da molti anni ma amante della tradizione enogastronomica della sua città e dall’esperienza e dalla creatività di Dario Laurenzi, Romoletto pizza bianca e supplì apre in Corso di Porta Ticinese 14, a due passi dal Duomo, per raccontare ai milanesi la cucina romana più genuina e verace.
Il nome “Romoletto”è un accorato omaggio alla Capitale e alle sue origini più antiche; il logo, un fornaio in bici con la pizza bianca fumante nel cestino, ricorda simpaticamente un famoso spot degli anni ’70 in cui un giovanissimo (e stonatissimo) Ninetto Davoli attraversava in bicicletta una Roma deserta all’alba per portare il pane appena sfornato a domicilio, canticchiando stornelli romani. I sapori di Romoletto sono quelli classici del cibo da strada della Capitale, uniti alla ricerca e alla sapiente lavorazione di materie prime di alta qualità, sempre fresche e di stagione.
La pizza bianca è la vera regina da Romoletto: lievitata per ben 48 ore, lavorata con un elevato grado di idratazione (1 parte di farina necessita infatti dell’85% di acqua) è leggera, di facile digestione, con quella tipica consistenza croccante fuori e soffice dentro e la superficie dorata e irregolare. Semplice alla pala, guarnita in superficie con gli ingredienti più sfiziosi, farcita al momento a piacimento o servita con verdure tipiche romanesche (broccoletti, cicoria, scarola…) a parte, le alternative sono molte e tutte golose. E per chi ama farsi sorprendere da abbinamenti sempre nuovi ci sono la stagionale farcita e la gourmet del giorno.
Accanto alla pizza un altro grande classico: il supplì al telefono. Una polpettina dalla forma allungata nelle varianti al ragù, al sugo o cacio e pepe, tutte accomunate da un segreto, anzi due: il primo, la panatura, rigorosamente rustica e grossolana; il secondo, la farcitura, un cuore di gustosa mozzarella filante che ricorda il filo dei vecchi telefoni, da cui il nome.
Pizza bianca e supplì: due sfizi che vantano una lunga storia, simboli di una tradizione che non invecchia.
La pizza bianca nasce nell’antica Roma quando i fornai cuocevano un panetto di impasto prima del pane per testare la temperatura del forno: la “pinsa”, liscia o farcita coi fichi freschi, era il classico sfizio da stuzzicare a passeggio per le strade dell’Urbe. Nei secoli, la pizza bianca è rimasta la merenda preferita della Capitale: dagli scolari agli operai, la “1000 lire” di pizza bianca - ora 1 euro - è ancora oggi un’abitudine irrinunciabile.
Ma la storia del supplì non è da meno. Venduto già nel ‘700 per le strade di Roma, è stato il suo ripieno a dargli il nome: durante l’occupazione napoleonica, infatti, era il cibo preferito dei soldati francesi, che, estasiati dalla mozzarella che al primo morso filava fumante, gridavano “Surprise!”, “Sorpresa!” Dal 1840 nel menù della rinomata “Trattoria Della Lepre” di Via Condotti, furono in molti ad innamorarsi del “soplis de riso”, dallo scrittore russo Gogol al poeta inglese Joyce. La ricetta originale prevedeva il ragù di rigaglie di pollo, ma col tempo il macinato di manzo ha avuto la meglio e oggi dona al ripieno un sapore decisamente più delicato.
Una tradizione di questo calibro merita di essere conosciuta, raccontata e… assaporata. Ecco perché tutti i giorni dalle 11 alle 22 Romoletto è per i milanesi una pausa pranzo o cena golosa, una merenda sfiziosa e - perché no – un’alternativa originale per un veloce spuntino coi colleghi direttamente in ufficio, dato che a breve sarà attivo un comodissimo servizio di delivery a domicilio.
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