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04 Aprile 2022“È il Vinitaly del rilancio e della ripartenza- afferma Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia- l’associazione che riunisce 89 vitivinicultori siciliani. Dopo due anni di stop forzato, c’è voglia di ritornare ad incontrarsi in presenza. È un’edizione molto attesa e dall’appeal sempre più internazionale, con l’arrivo di 700 top buyer da 50 paesi e 4.400 aziende da 19 nazioni. Questo conferma come il settore del vino sia in crescita nonostante la pandemia e l’attuale situazione internazionale”.
La produzione vinicola delle quarantuno aziende di Assovini Sicilia, presenti al Vinitaly, rappresenta gran parte delle indicazioni geografiche territoriali e le denominazioni della Sicilia. In occasione del Vinitaly, insieme all’Assessorato regionale dell’Agricoltura, Assovini Sicilia ha organizzato la masterclass “Le piccole denominazioni virtuose della Sicilia”, condotta da Francesco Pensovecchio, direttore di Wine in Sicily. L’obiettivo è quello di valorizzare le piccole denominazioni e il legame tra vino e territorio.
“Il mondo ha sete di vino siciliano. Di conoscere la sua biodiversità attraverso le sue cultivar autoctone che rappresentano il suo straordinario patrimonio vitivinicolo”- continua de la Gatinais. Una Sicilia vitivinicola più in forma che mai, capace di attrarre il mercato estero segnando un +13% nell’export dei vini nei primi nove mesi del 2021 (Wine Monitor-Istat), con oltre 103 milioni di euro esportati. A questi dati, si aggiunge lo splendido risultato del Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia, che ha chiuso il 2021 con 95,8 milioni di bottiglie certificate con tale denominazione, in crescita del 6% rispetto al 2020.
“La Sicilia del vino di qualità ha sempre dato il massimo al Vinitaly, esprimendo i propri valori distintivi: territori, vitigni, tradizioni ma anche innovazione, ricerca, capacità comunicativa e marketing. La nostra regione – sottolinea Lilly Ferro Fazio, vice-presidente Assovini Sicilia – torna a crescere più di prima, grazie ai tanti segnali positivi che generano fiducia e prospettiva dopo anni incerti e difficili. Il vino siciliano, con standard qualitativi sempre più alti e condivisi, esprime una capacità competitiva verso l’alto. Ora dobbiamo sentirci doppiamente coinvolti nel sostenere la ripresa della ristorazione in Italia e del turismo eno-gastronomico come fattori decisivi nella crescita dei prossimi anni” - conclude la Ferro Fazio.
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A cura di Matteo Cioffi
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