spirits
12 Luglio 2023Dietro la porta rossa, all’entrata, le fotografie d’epoca mostrano il dottor Giuseppe Peloni davanti alla sua farmacia, dove tutto ebbe inizio. Appassionato di erbe alpine e fitoterapia, nel 1875 elucubrò quella ricetta dell’amaro derivato da erbe che raccoglieva sul Monte Braulio. Ricetta ancora segreta ma che per certo contiene Achillea moscata, la più importante, genziana, ginepro e assenzio e ancora oggi è gelosamente detenuta dal pronipote Edoardo Peloni, quarta generazione e Mastro Distillatore di Braulio, anche dopo che il marchio è stato nel 2014 acquisito dal Gruppo Campari.
Nulla all’entrata però prepara a ciò che ci aspetta: un museo moderno e interattivo, con scritte rosse al neon o bianche proiettate sul pavimento, schermi e voci, spiegazioni sulla produzione e la provenienza delle materie prime, tutte alpine. Eppure non siamo in un museo ma nel reale luogo di produzione dove ancora oggi, in botti di rovere di Slavonia e giganteschi tini, si produce il Braulio, l’amaro di Bormio in due tipologie: Braulio (21% ABV e almeno 15 mesi di invecchiamento) e Braulio Riserva (24,7% e almeno 24 mesi di invecchiamento).
Le cantine ottocentesche si estendono sotto la farmacia, oggi shop, e sono state successivamente ampliate negli anni ’70, e nel 2017 all’ultimo livello, a 30 metri sotto la strada, la centralissima via Roma, aggiungendo altri 1600 metri quadrati e ben 1116 botti.
TESTIMONIAL DELLA VALTELLINA
Il primo e più importante obiettivo del restyling delle cantine, cuore pulsante dove l'amaro e la sua storia sono nati e continuano a crescere da quasi 150 anni, è proprio quello di trasmettere la storia di un prodotto profondamente legato al proprio territorio.
Casa Braulio è infatti un viaggio di scoperta in cui la fusione tra spazi storici e tecnologie interattive si mescolano, guidando i visitatori in un viaggio immersivo. La combinazione delle Antiche Cantine risalenti al XIX e XX secolo con le Cantine Moderne e Contemporanee è il perfetto connubio tra una tradizione di lunga data e lo sguardo verso il futuro. La nuova esperienza sensoriale è arricchita da un'installazione nella sala infusi, pensata per mettere in risalto uno degli ingredienti principali di Braulio: l'acqua che sgorga dal cuore delle Alpi. Segue un laboratorio delle erbe che esplora l'affascinante figura dell’alchimista e svela quasi tutti i segreti delle quattro erbe principali della ricetta di Braulio. Il tour si conclude con una degustazione all'interno del negozio, completamente rinnovato anch’esso, con l'obiettivo di far apprezzare non solo il gusto complesso di Braulio, ma anche i prodotti di alta qualità del territorio valtellinese.
Casa Braulio è solo il primo di una serie di progetti del marchio volti a sostenere e valorizzare il patrimonio locale, anche in vista della importante data del 2026, quando la località sarà tra i protagonisti delle Olimpiadi invernali. Tra queste ci sarà il restauro della Capanna Dosdè, un edificio storico situato a 2.824 metri in Val Viola.
LISCIO E CON NARRAZIONE
Al bar o al ristorante, il consiglio è offrirlo neat o con ghiaccio, ma non in mixology. “Anche se negli Stati Uniti molti bartender si sono cimentati spontaneamente, ma è un liquido complesso e noi non lo consigliamo”, ha spiegato Ludovica Riciputi, Global Marketing Manager Amari di Gruppo Campari
Come proporlo? “C’è sempre più voglia di sentire il racconto di storie autentiche. Con Braulio non ci limitiamo a proporre l’esperienza di consumo di un liquido ma consigliamo di raccontare i valori della marca, facciamo tantissima formazione tramite Campari Academy per far conoscere i processi produttivi che sono il grande punto di differenziazione del brand. Il percorso di invecchiamento ad esempio permette di creare un angolo di narrazione che attrae il consumatore finale, raccontando qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri amari".
Il museo-cantina è stato inaugurato martedì 11 luglio alla presenza della sindaca di Bormio Silvia Cavazzi.
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