29 Luglio 2013
Pensare in grande è la filosofia vincente del dj francese David Guetta, uno che ormai è andato oltre il marketing tradizionale.
L’artista transalpino, incontrato durante una conferenza stampa a Milano in occasione del lancio dell’album “Nothing But The Beat”, può insegnare a ogni disc jockey, ma soprattutto addetto alle pubbliche relazioni, che il mondo della notte non è popolato solo da improvvisati e nullafacenti.
Non è un problema di fascia oraria bensì di organizzazione e volontà, a fare la differenza, ha più volte sentenziato Guetta, ormai a capo di un piccolo impero. “Siamo in tre a tempo pieno e a tutti gli effetti”, dice. Parola d’ordine: organizzazione. Tuttavia la differenza la fa la sua rubrica chiusa nel cellulare: centinaia di nomi, cognomi, e-mail e numeri di telefono di professionisti fidati, referenti che spesso diventano amici, in media uno per ogni nazione. Inoltre, il dj superstar va contro ogni preconcetto e preclusione. Ciò non significa essere incuranti del business, bensì trattarlo con stoicismo e andare oltre ogni parametro, magari evitando di percorrere (copiandole di proposito…) le strade dei colleghi, inventando qualcosa di nuovo, con poche risorse economiche, ma con indubbi colpi di genio. E Guetta in questo caso è maestro.
Sperimentare il business
Girava voce che avesse contattato un consulente del Pentagono per il furto dal suo computer di alcuni brani inediti; e che fosse convocato dagli U2 per la produzione del loro nuovo album.
Leggende, si suppone.
Che ancora oggi alimentano l’interesse attorno a un fenomeno in costante ascesa.
“Sono del parere che un conto è investire e un conto è spendere il proprio denaro”, ammette serafico Guetta. “Suonare sugli aerei della linea spagnola Vueling come ho fatto io sembrerebbe inizialmente un’idea irrealizzabile e impensabile e invece oggi è realtà. Bisogna pensare in grande e realizzare.
Io ad esempio ho scelto Ibiza come luogo in cui sperimentare: lì hai adepti che ti capiscono, gente preparata a finalizzare ogni affare che sia legato alla vita notturna. Suggerisco ai più ambiziosi di partire dall’Isla Blanca”. Quindi, “sfatiamo definitivamente il mito secondo cui non si possono fare soldi col buio” è il pensiero di Caroline Prothero, manager di Guetta, in avanti con l’età ma ben preparata agli imprevisti del settore.
Guetta ha acquistato a Ibiza una casa nel 2009. “Sono cresciuto in una famiglia trotzkista e di sinistra dove ho imparato che il denaro e il capitalismo sono davvero un male. Non fraintendetemi, mi piace il denaro, ma solo per la libertà che dà. Non voglio che venga speso ad esempio per noleggiare un aereo privato, perché altrimenti ti rende schiavo di questi vizi”.
A Parigi, un impero della notte
Nondimeno guadagna una punta di trecentomila euro a dj set. Significa che prima di salire sul palco a mixare, Guetta si è messo in tasca un bel gruzzolo. Per i dj vip, le superstar delle consolle, come si usa dire nel settore, il pagamento è anticipato. Per Guetta tuttavia si va oltre uno show tradizionale: si tratta in realtà del dj che guadagna di più in assoluto al mondo. Un vero re Mida. Ogni cosa che tocca, la trasforma in oro.
Mesi fa ha lasciato le proprie impronte davanti al Teatro Cinese di Hollywood, il francese.
Le mani su quello che è un simbolo per gli Usa.
Per la serie “dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna”, dietro all’artista transalpino c’è la moglie Cathy, che lo guida in ogni scelta occupandosi di tutti quegli aspetti che l’estroso marito reputa noiosi e poco creativi, troppo razionali e manageriali. Cathy faceva la cameriera a St Tropez.
A Parigi anni fa i due hanno messo in piedi un impero della notte, con ristoranti, club e strip club.
Strategie e marchi mirati
“Aver sposato Cathy non è stato un colpo di fortuna, bensì feeling, passione, amore: lei è sempre stata una party people, quindi abituata al mondo della notte; così per me è tutto semplice. Cathy è la mia spalla ideale in tutto”, precisal’artista.
David e Cathy Guetta insegnano che mai devono esserci sovrapposizioni di ruolo tra collaboratori.
Il primo si occupa di look, rapporti con cantanti, musicisti e colleghi; la seconda di ottimizzare i rapporti con la stampa, le discoteche, le case discografiche e gli addetti ai lavori che spesso stanno dietro una scrivania e raramente in uno studio di registrazione.
La coppia ha gestito, acquisito e spesso ceduto parecchi marchi della vita notturna parigina, con il risultato di aver indovinato in ogni occasione la giusta mossa.
Questo insegna che la massima attenzione a ogni iniziativa deve essere ben mirata. E ottimamente promossa: un marchio depositato e la riconduzione a un preciso brand, cercando sempre di racchiudere sotto un unico tetto progetti con un comun denominatore (i Guetta in questo caso).
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