pubblici esercizi

26 Aprile 2017

Voucher lavoro, strumento rimpianto (anche) dai lavoratori

di Stefano Fossati


Voucher lavoro, strumento rimpianto (anche) dai lavoratori

Nei mesi scorsi la Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha più volte espresso – anche a livello istituzionale – la propria contrarietà all’abolizione dei voucher lavoro, decretata lo scorso 17 marzi dal Decreto Legge 25/2017, ribadendo come gli stessi costituissero uno strumento importante in settori, quali appunto quelli della ristorazione, dei pubblici esercizi e alberghiero, spesso caratterizzati da una forte stagionalità. Il 6 aprile scorso, la Camera dei Deputati ha approvato la conversione del decreto in legge senza inserire alcuna nuova proposta per regolamentare il lavoro accessorio aprendo un vuoto normativo che dovrà essere in qualche modo colmato. Intanto i buoni acquistati entro il 17 marzo potranno essere utilizzati per pagare i lavori occasionali e quelli a chiamata fino al prossimo 31 dicembre e l’unico settore in cui i voucher sono ancora applicabili è l’attività di baby sitting.

L’abolizione dei buoni lavoro sembra sollevare perplessità anche fra gli stessi lavoratori: un sondaggio realizzato da Cliccalavoro evidenzia infatti che il 65% di chi li ha ricevuti a fronte di una prestazione lavorativa ha espresso un giudizio positivo sull’esperienza e un 48% ha ritenuto i voucher uno strumento adeguato per far fronte a specifiche necessità lavorative. Anche se non è servito a far emergere completamente il lavoro in nero. L’indagine è stata condotta dal portale verticale dedicato alla domanda e all’offerta di lavoro sui suoi 750mila iscritti alla newsletter e gli oltre 840mila fan su Facebook: un campione quasi equamente distribuito tra uomini (al 52%) e donne (al 48%), di cui il 35% ha un’età compresa tra i 21 e i 40 anni, il 30% fra i 41 e i 50 anni e il 23% fra i 51 e i 60 anni; oltre i 60 anni ha risposto l’8% e al di sotto dei 20 il 4%. La distribuzione geografica vede prevalere il Nord Italia (53%, suddiviso in Nord Est 23% e Nord Ovest 30%), dal Centro ha partecipato al questionario il 24% del campione mentre il 23% è distribuito tra Sud e Isole. L’analisi del campione riflette la situazione di difficoltà in cui versa il mercato del lavoro nazionale: il 37% è impiegato, il restante 63% non ha un impiego fisso. Il 9% dei rispondenti appartiene alla categoria “datori di lavoro/imprenditori”, suddivisa tra 32% donne e 68% uomini: il 63% dei “datori di lavoro” ha dichiarato di aver utilizzato i voucher per pagare le prestazioni accessorie.

I voucher o buoni di lavoro sono noti sia agli occupati sia ai disoccupati: il 93% di chi lavora ne ha sentito parlare o li conosce, il 17% dei disoccupati/inoccupati non conosce questo strumento di pagamento, mentre la rimanente maggior parte (l’83% della categoria disoccupati/inoccupati) ne ha sentito parlare. Il 73% delle persone che hanno partecipato al sondaggio non è mai stato pagato con i buoni, il rimanente 27% ha ricevuto i voucher e li ha riscossi per il 62% nelle tabaccherie, nel 16% dei casi negli uffici postali e, con percentuali inferiori, in banca (11%), attraverso le INPS Card (6%) o tramite bonifico bancario (5%). Introdotti dalla Riforma Biagi nel 2003, i buoni sono stati utilizzati per pagare il cosiddetto lavoro accessorio a partire da cinque anni più tardi e, dal 2008 al 2017, ne sono stati venduti oltre 410 milioni. L’anno in cui ne sono stati venduti di più è il 2015, con circa 115 milioni di voucher attivi, in base ai dati disponibili sul sito dell’INPS che ha analizzato anche la tipologia di utilizzatori (soprattutto lavoratori con un’età media di 35,9 anni nel 2015) e i settori: ristorazione e alberghiero sono quelli che li hanno utilizzati di più, poi ci sono commercio e artigiani e commercianti senza dipendenti.

Uno scenario confermato dai risultati del sondaggio di Cliccalavoro: il 44% delle persone che sono state pagate con i voucher hanno lavorato nel Commercio e servizi, il 19% per lavori domestici, il 13% nel macro-comparto Giardinaggio, pulizia e manutenzione strade, parchi, monumenti, l’11% nel turismo, il 6% per attività legate a manifestazioni sportive, fieristiche, culturali o caritatevoli, infine il 5% nel settore agricolo. Cliccalavoro ha chiesto anche se le ore pagate corrispondessero con quelle effettivamente lavorate: nella maggior parte dei casi la risposta è affermativa, con un 83% di corrispondenza. Nel rimanente 16% dei casi, purtroppo, sul saldo della differenza emergono dati sconfortanti: il 42% del campione ha ricevuto la differenza in nero e in contanti, mentre alla maggior parte (58%) non è stata corrisposta alcuna differenza dovuta.

Come detto, a dispetto del “pensionamento” di questo strumento di pagamento, il 65% di chi ha ricevuto i voucher a fronte di una prestazione lavorativa ha espresso un parere positivo, mentre il 35% dei rispondenti lo classifica tra le esperienze negative; il 48% dell’intero campione ritiene che si tratti di uno strumento adeguato, a fronte di una percentuale pressoché identica (49%) che invece non lo considera appropriato; il 3% va oltre e dichiara che, se fosse stato regolamentato meglio, sarebbe stato un sistema di pagamento consono.

“Si è parlato e si parla ancora molto dei voucher come strumento di pagamento per il lavoro accessorio”, commenta Alice Zucchelli, responsabile Portali Verticali di Antevenio Italia, cui fa capo Cliccalavoro; “Con il sondaggio di Cliccalavoro abbiamo voluto analizzare il vissuto dei lavoratori, per certi versi un aspetto su cui media ed esperti si soffermano poco. Dalle aspettative, dalle sensazioni e dalle risposte condivise emerge un quadro di interesse e di preoccupazione. L’abolizione ha creato una zona grigia su cui si sta riflettendo e mancano risposte che molti lavoratori stanno aspettando: come verranno pagati i lavori accessori dal prossimo anno? Chi non ha acquistato i voucher prima del fatidico 17 marzo scorso come corrisponderà il dovuto per i lavori saltuari?”. Domande alle quali il governo Gentiloni e il Parlamento sono chiamati a dare risposte rapide.

TAG: MARCO BERETTA,CAFFè DIEMME,VOUCHER,CLICCALAVORO

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