02 Ottobre 2018

Budapest e i Ruin Bar

di Anna Muzio


Budapest e i Ruin Bar

È incominciato tutto con due proiettori e un cinema di cortile. Così ci racconta Orsolya Liptay, pr e organizzatrice eventi di Szimpla Kert, bar-locale per manifestazioni, mostre e concerti, con un look particolarissimo, tra il centro sociale e la galleria d’arte: è il primo e il più affascinante dei Ruin Bar di Budapest. Negli ultimi anni un’atmosfera cosmopolita insolita per un Paese chiuso in un nazionalismo razzista e xenofobo accende la notte del VII distretto della capitale, che pulsa di luci colorate e musica. Ex quartiere ebraico popolatissimo prima della seconda guerra mondiale, la zona, benché centrale, era stata disertata dalla popolazione in epoca socialista a favore della più moderna periferia.
“Quindici anni fa quando ha aperto Szimpla qui c’erano solo pochi bar squallidi dove non andava nessuno, ora in un’area di due chilometri quadrati ci sono 450 locali, tra cui 250 bar” dice Orsolya. “Era una zona spopolata e i proprietari non volevano investire per rinnovare palazzi sull’orlo della rovina, e allo stesso tempo, essendo nel centro storico, non potevano abbatterli – spiega Daniel Bandoh, manager del Doboz Ruin Club –. Così li hanno affittati per poco a giovani imprenditori con tante idee e voglia di aprire dei posti per socializzare. All’inizio erano frequentati da ungheresi, poi hanno iniziato ad arrivare i turisti, e oggi hanno trasformato Budapest in un paradiso per gente da tutto il mondo che vuole bere e divertirsi”.

DI NECESSITÀ VIRTÙ: RISTRUTTURARE CON POCO
Una rivoluzione copernicana per la città realizzata, confermano i protagonisti, con pochissimi mezzi e tanta creatività e spirito imprenditoriale. “Non troverai mai due pezzi di arredamento uguali in questi posti – dice Bandoh –. Per decorare utilizziamo pezzi di giovani designer ungheresi, come il gorilla dagli occhi luminosi che abbraccia l’albero di 320 anni, il più vecchio del distretto, nel nostro cortile, opera di Szőke Miklós Gábor.  “Abbiamo sei persone che lavorano alla manutenzione e creazione di arredi e installazioni. Szimpla è stato aperto da quattro ventenni che hanno affittato questo ex parcheggio, ancor prima fabbrica e abitazione, e, stanza dopo stanza, l’hanno trasformato in un luogo di attrazione per giovani da tutta Europa. All’inizio recuperando mobili in discarica e restaurandoli. Ora molti designer o street artist vengono a proporci i loro pezzi e a volte li compriamo, a volte gli offriamo da bere o altre collaborazioni, è tutto molto spontaneo” dice Liptay.

TANTE ANIME IN UN SOL LUOGO
Ogni locale è come una matrioska, contiene tante anime diverse, per stile e per destinazione. Un esempio perfetto di ciò è lo Szimpla, sviluppato tra interno (su due piani) e dehors (il cortile – giardino, in ungherese Kert): ha otto bar (cocktail bar, wine bar, birreria artigianale in collaborazione con un produttore locale, food bar, ristorante, ultima innovazione il brunch), una sala concerti da 200 posti e una sala di registrazione, cinema, laboratori per costruire arredi e allestimenti (al terzo piano e chiusi al pubblico, vera e propria fucina di idee). Non solo: ogni domenica si tiene un affollatissimo farmers’ market, e c’è musica ogni notte, teatro, sfilate di street fashion, mostre d’arte, festival di animazione, un mercato di biciclette e non mancano i corsi di tutti i generi, dalla cucina al dog sitting, alle lingue. Una “macchina da guerra” che attira 5.000 persone a sera, 850 a volta (le file fuori dal locale di notte sono immancabili), e un milione e mezzo all’anno: poco meno degli abitanti di Budapest. In tutto lavorano qui 80 persone.  Il Doboz Ruin Club aperto nel 2011 può contenere 1.500 persone, ha due dance floor dove dj resident suonano quattro notti alla settimana otto diversi tipi di musica, un guardaroba custodito nelle cantine, dove riporre le proprie cose in sicurezza, quattro bar “in modo da assicurare un servizio veloce ed efficace”, uno street food bar che offre hamburger e hot dogs tutta la notte.

LOGICHE SOCIAL
Macchine e postazioni per selfie, passa parola via Instagram, fotografi appostati per scattare foto che il giorno dopo compariranno su Facebook, dove taggarsi con gli amici. Le logiche social sono state determinanti per decretare il successo del VII distretto, in patria e all’estero. Perché questi bar coloratissimi ed accoglienti, aperti tutta notte ed epicentro del divertimento, con soluzioni di arredo e installazioni artistiche sempre nuove, sono estremamente fotogenici e sembrano fatti per essere postati-linkati e per diffondersi viralmente sul web. E la cosa non è certo lasciata al caso, perché i social sono praticamente l’unica via attraverso la quale si promuovono gli eventi e il locale. “Ogni notte i nostri fotografi professionisti assicurano agli avventori uno scatto. E la gran parte delle foto vengono pubblicate sul web e su Facebook: una memoria per il giorno seguente”. Passeggiando per queste strade semideserte solo dieci anni fa nessuno avrebbe scommesso su una tale evoluzione. Eppure così succedono le cose oggi: velocemente e in costante evoluzione. E pare che al VII distretto di Budapest abbiamo colto in pieno lo spirito dei tempi.

GLI INDIRIZZI DEI RUIN BAR
Il distretto VII o Erzsébetváros (in ungherese VII. kerülete) è uno dei 23 distretti di Budapest, situato a Pest. Parte del sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, è un quadrilatero compreso tra Kyràli utca, Dózsa György utca, Rákóczi utca e Múzeum körút.

  • Szimpla Kert, Kazinczy utca 14
  • Instant, Akácfa utca 49-51 
  • Doboz, Klauzál utca 10
  • Ellátó Kert, Kazinczy utca 48
  • Kőleves Kert és Vendéglő, Kazinczy utca 37-41
  • Koplung, Király utca 46

Nightlife: il vicinato, come farselo amico 

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