08 Agosto 2015

Contante addio? Ci siamo (quasi): il 2015 anno del mobile payment

di Anna Muzio


Contante addio? Ci siamo (quasi): il 2015 anno del mobile payment

mobile-paymentIl sogno di uscire di casa leggeri portandosi solo lo stretto indispensabile (il telefono) e lasciando contanti, bancomat e carta di credito a casa sta per avverarsi? Di pagamenti via smartphone si parla da anni. La novità però è che le infrastrutture ci sono, banche e telcom si stanno attrezzando e siamo pronti ai nastri di partenza. Anche in Italia. Lo dice la annuale ricerca dell’Osservatorio mobile del Politecnico di Milano, che non a caso quest’anno è intitolata “Non manca più nessuno”. In Italia ci sono 250mila Pos contactless attivi (uno su sei) che possono gestire pagamenti NFC da smartphone o carta di credito; si prevede diventeranno 700/900mila nel 2017. Molti sono nelle catene della GDO.

I New Digital Payments (m-commerce ed e-commerce, mobile e contactless payments) sono aumentati del 20% nel 2014 a 18 miliardi di euro. E il mobile payment e commerce cresce del 55% superando i 2 miliardi. A spingere il processo c’è stato il decreto che dal luglio 2014 obbliga artigiani e professionisti ad accettare pagamenti sopra i 30 euro in digitale (ma non prevede sanzioni) e che ha portato banche e operatori telefonici a proporre varie soluzioni agli esercenti. L’ingresso di Apple Pay (per ora solo in USA, dalla primavera in UK) con l’integrazione della tecnologia NFC negli iPhone6 ha fatto pubblicità verso il consumatore come solo Apple sa fare, e la Near Field Communication è oggi la tecnologia d’elezione per i pagamenti di prossimità. Nell’arena sono scesi Samsung Pay che partirà in estate con il Galaxy S6 e Android Pay, il sistema di Google. Da noi, alcune aziende di trasporti municipali hanno lanciato il pagamento di biglietti via app e telefonino, con accreditamento sul conto telefonico: una comodità che nel 2014 è stata utilizzata oltre 3 milioni di volte. Però sono ancora pochi i clienti che tirano fuori il telefonino in cassa per pagare la spesa.

Appetibile se legato all’app - “Oggi il semplice pagamento con il telefono rispetto alla carta di credito non dà reali vantaggi – spiega Alessandro Tiretta di RetApps, la start-up che ha sviluppato l’app di Auchan che consente di pagare in cassa –. Se invece al cliente faccio usare il telefono in tutto il processo di acquisto, dalla lista della spesa al self-scanning al couponing e il pagamento diventa l’atto finale del processo d’acquisto, l’uso del telefono per pagare diventa naturale”. Il servizio PagoSmart è attivo in otto ipermercati Auchan, con self-scanning e pagamento alla cassa express, e in quattro solo con mobile payment alla cassa tradizionale. Pam e Bennet stanno invece sperimentando con gli operatori telefonici soluzioni di mobile couponing e loyalty.

Il 2015 sarà l’anno del mobile payment? “No, sarà l’anno in cui si definiranno un po’ meglio degli standard universali: per l’integrazione nei processi dei retailer ci vorrà ancora tempo, probabilmente anni. Secondo me sarà piuttosto l’anno del click and collect: molte catene di stanno attrezzando e a questo punto, dovendo solo ritirare la spesa, l’uso del pagamento contactless con smartphone può diventare utile per velocizzare i tempi di ritiro”.

Balzo in avanti - “Nell’ultimo anno c’è stato un balzo in avanti nella diffusione dei Pos mobile e contactless in Italia anche perché le banche hanno iniziato a proporli a un prezzo più basso rispetto al passato – dice Luciano Cavazzana, VP, Managing Director Italy & Eastern Europe di Ingenico -. La tecnologia non manca, ci sono Pos, carte e telefonini abilitati all’NFC, quello che manca sono le transazioni: solo una su 300 è contactless. Due le preoccupazioni: la sicurezza e i costi. È necessario lavorare su cultura e semplificazione, utilizzare sistemi certificati e sicuri mentre il ministero dello Sviluppo economico dovrebbe pensare non a delle sanzioni, ma a degli incentivi all’uso dei pagamenti digitali. La BCE è già intervenuta per stabilire il tetto delle commissioni a 0,2 e 0,3% per carte di debito e credito”.

La diffusione del mobile Pos in particolare ha registrato 45mila nuovi merchant e un milione di transazioni in 6 mesi. “È uno strumento utile per alleggerire le code nei momenti di affollamento, penso ai retailer di elettronica il sabato, ed è stato adottato da molti taxisti di Milano, in vista di Expo. Per quanto riguarda la GDO, alcune insegne hanno iniziato a spostare il Pos verso il cliente, e questo è un passo importante che faciliterà l’uso dello smartphone per i pagamenti (impensabile dare il proprio telefono in mano alla cassiera)”. Come si immagina l’area casse nel supermercato del futuro? “Secondo me le casse ci saranno sempre, affiancate da postazioni per il self check out come già avviene. Potranno essere degli schermi touch-screen abilitati a ricevere pagamenti e avranno a disposizione sistemi più evoluti”. La partita si gioca anche a livello culturale, bisogna convincere gli italiani ad abbandonare l’uso dei contanti, un’usanza che ci divide dal resto d’Europa. Il 2015 sarà l’anno del mobile payment? “Io sono ottimista – dice Cavazzana -. Negli ultimi sette anni abbiamo fatti grandi passi avanti. La diffusione dei pagamenti digitali tra l’altro è un mezzo fondamentale nella lotta contro l’evasione fiscale”. E lo smartphone tanto amato dagli italiani potrebbe diventare la chiave che scardina il vecchio sistema.

TAG: PAGAMENTI,MOBILE PAYMENT,CELLULARE,SAMSUNG,APPLE,GOOGLE

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