30 Gennaio 2023
Cristiano Tomei sbarca finalmente a Milano. Era diverso tempo che la città lo aspettava. E ora lo accoglie a braccia aperte. Corteccia, questo il nome del ristorante inaugurato alcuni giorni fa in Corso Europa al civico 12.
Siamo in una zona nevralgica della metropoli milanese ed è qui che l’istrionico chef viareggino si appresta a scrivere un nuovo capitolo avvincente nel suo poliedrico percorso professionale. Lui è talento ai fornelli, ma non sfigura davanti a una telecamera dove spesso e volentieri indossa le vesti di vulcanico conduttore di numerosi food reality e trasmissioni sul cibo.
Tornando a Corteccia, la scelta di questa parola non è casuale, ma ribadisce la forte attrazione che Tomei nutre verso tutto ciò che è legato alla natura e ai suoi elementi vivi. Ben definito anche il format del nuovo ristorante milanese, che racchiude in sé l’idea di dare vita a un’osteria che mantiene fede alla sua accezione storica e al tempo stesso si dota di spirito moderno. «Un locale dove si mettono da parte chiacchere inutili e ci si concentra, come succedeva davvero in passato, su come fare sentire il cliente al centro di tutto»– spiega deciso lo chef.
«Rispolvero l’oste come figura che ha il compito di accogliere il commensale in allegria, farlo accomodare al tavolo già bandito e dove immancabile è presente una fetta di pane casereccio da insaporire con olio per dare un gustoso benvenuto. L’oste consiglia e guida il cliente nella scelta dei piatti, ma senza svelarne troppi segreti per mantenere aperto l’effetto sorpresa.
Le ricette si scoprono e si giudicano assaporandole perché se te le devo spiegare prima, come spesso ripeto, allora vuol dire che sto fallendo. Il mio obiettivo è proporre sempre preparazioni autentiche a base di materie prime di stagione e genuine. Sono fortunato: ho una mia azienda agricola che mi permette di reperire gran parte di questi ingredienti naturali».
La location milanese – ideata a realizzata dall’agenzia Food Media Agency che ha nello chef Alessandro Borghese uno dei sui soci – si caratterizza da un layout curato, dove prevalgono tonalità come l'arancione, l'ocra e il marrone. Colori delle terra, appunto. Il luogo è polifunzionale, con un piano rialzato che accoglie uno spazio coworking firmato dalla società Cofoundry, da dove si possono ordinare piatti dalla cucina dall’area ristorativa.
Corteccia conta 67 posti a sedere, di cui 10 al bancone (dove si preparano drink e cocktail) e 8 nella sala privè con al centro un tavolo imperiale, a cui nella bella stagione si aggiungono i 15 posti del dehor.
La cucina è composta da una serie di piatti signature di Tomei, con alcune novità che strizzano l’occhio a Milano, ribadendo una filosofia cara a Tomei basata sull’elaborazione di ricette allineate al posto in cui ci si trova (succede così anche negli altri tre ristoranti; nello storico Imbuto di Lucca, così come all’Hotel Bauer di Venezia e presso il Terraforte del Castello di Terriccio, nel pisano).
Sapori meneghini nel piatto si trovano dunque nel Fritto Misto Milanese (cervella fritte con pastella di lenticchie e aggiunta di maionese) e Una Triglia a Milano (stracotto di triglia con midollo).
Da Corteccia è presente solo una lista composta da una quindicina di ‘pietanze’ e un menu degustazione a 100 euro (5 portate e dolce). Tra i dessert tra i quali spicca la Peschina di Prato del Maestro Paolo Sacchetti, un classico della pasticceria a base di pasta brioche, crema pasticcera e alchermes. Una chiusura milanese è, invece, rappresentata dal sorbetto al Campari.
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