pubblici esercizi
25 Luglio 2016«Ancora un week end disastroso per il turismo, e tutto per colpa di previsioni che annunciavano maltempo e che si sono rivelate assolutamente sbagliate. È tempo di dire basta ai professionisti improvvisati della metereologia e al circolo vizioso del sensazionalismo».
Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi interviene con una nota a firma del Vice Presidente vicario Aldo Mario Cursano su un tema di forte dibattito, quello delle previsioni metereologiche imprecise, tra le principali responsabili di molte mancate presenze turistiche: «Siamo consapevoli - prosegue Cursano - del fatto che la metereologia per sua stessa natura non è una scienza esatta, tuttavia, proprio per questo motivo, andrebbero evitati da parte degli operatori del settore allarmismi inutili che si rivelano estremamente dannosi per tutti, in primis per i cittadini che, ancora una volta, hanno rinunciato al mare, alla montagna e alla gita fuoriporta a causa di informazioni non corrette. Non bisogna infatti dimenticare che ormai la maggior parte della nostra clientela di riferimento organizza le proprie vacanze e week end sulla base delle previsioni meteo, spesso consultando siti di informazione non adeguatamente qualificati, in mancanza di un servizio meteo nazionale di riferimento».
Fipe chiede pertanto, con approccio costruttivo e collaborativo, l'attuazione di provvedimenti seri e concreti a beneficio di tutti, per evitare il ripetersi di situazioni che, come nel mese di giugno, hanno portato ad un rilevante danno economico per tutto il turismo, con 3 milioni di presenze in meno rispetto al 2015 e una perdita stimata da Fipe in 400 milioni di euro. «Danni difficilmente recuperabili - prosegue Cursano. È assolutamente giusto e legittimo anticipare allerte meteo sulla base di evidenze concrete, tuttavia, in mancanza di dati il più possibile certi, è controproducente alimentare un circolo vizioso fatto di allarmismi e terrorismo psicologico preventivo che purtroppo pervade molta informazione e di cui spesso gli stessi metereologi sono vittime».
La soluzione proposta dalla Fipe si basa su un confronto collaborativo tra le parti in gioco: «Non siamo favorevoli a denunce e class action ma se la situazione non dovesse cambiare valuteremo soluzioni anche in sede giudiziaria perché il procurato allarme è un reato. Serve infatti al più presto l'istituzione di un servizio meteo nazionale in grado di coordinare tutte quelle strutture che in Italia si occupano di meteorologia operativa, come avviene in tutti gli Stati europei tranne la Grecia e, appunto il nostro Paese. In parallelo chiediamo che venga messo a punto un Albo Nazionale dei Meteorologi per evidenziare la serietà dei professionisti qualificati ed evitare la proliferazione di siti web di meteorologia improvvisata».
In attesa che questi provvedimenti diventino realtà, Fipe è pronta a collaborare sul brevissimo periodo per individuare e superare le criticità e studiare un piano di intervento comune: «Siamo fin d'ora disponibili - conclude Cursano - ad incontrare, una ad una, le singole Agenzie Regionali per la Protezione Regionale dell'Ambiente a cui fanno riferimento i servizi meteo regionali. Il nostro approccio vuole essere totalmente costruttivo, chiediamo tuttavia di essere ascoltati in modo da trovare una soluzione condivisa prima possibile».
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