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13 Maggio 2020Le imprese italiane perderanno tra i 348 e i 475 miliardi di fatturato nel 2020 e tra i 161 e i 196 nel 2021 rispetto alle tendenze previste prima del Covid-19, secondo due scenari elaborati dagli analisti di Cerved, uno dei principali operatori italiani nella gestione del rischio di credito. Questo corrisponde a una perdita compresa tra -12,7% e -18% tra 2020 e 2019; nel 2021 è previsto un rimbalzo dell’economia, che comunque non permetterebbe di tornare ai livelli pre-crisi, con i ricavi che rimarrebbero tra il 2,9% e il 4,3% al di sotto di quelli del 2019. Sono dunque peggiorative rispetto ai dati forniti a marzo le prospettive aggiornate elaborate da Cerved sull’impatto che l’emergenza Covid19 avrà sul tessuto produttivo italiano.
L’ipotesi “migliore” è passata da un calo del fatturato del 7,4% a -12,7% (348 miliardi in meno invece di 220). Il rimbalzo attualmente stimato nel 2021 non permette più di tornare oltre i livelli del 2019 (-2,9%, contro il +1,5% delle precedenti previsioni), mentre lo scenario più pessimistico è sostanzialmente in linea con le proiezioni di marzo (-18% contro -17,8%). Questi andamenti implicano cadute del Pil comprese tra -8,2% e -12% nel 2020.
Si tratta di un’analisi che Cerved ha sviluppato su modelli statistici di previsione dei bilanci applicati a circa 700 mila società di capitale e sull’expertise dei suoi analisti, pubblicata nella versione aggiornata del suo Industry Forecast. Il report è molto più granulare del precedente, passando da un’analisi di 230 settori dell’economia italiana a previsioni che arrivano a monitorare circa 1.600 microsettori e sotto-mercati (differenti per esposizione all’export, specializzazione produttiva dei territori, complessità delle filiere).
La “forbice” tra le diverse percentuali deriva dallo scenario considerato: soft, in cui non saranno necessari nuovi periodi di lockdown grazie a efficaci azioni di contenimento del contagio, e dunque il 2021 si caratterizzerà per un recupero più forte; oppure hard, con una recessione più marcata dovuta anche a ulteriori chiusure, magari territoriali, e una ripresa più lenta.
Dal punto di vista dei macro-settori, il confronto tra 2021 e 2019 vede nello scenario soft il crollo del fatturato dei mezzi di trasporto (-7,6%), della logistica e trasporti (-6,4%) e dei servizi non finanziari (-6%), in forte contrasto con il +6,1% messo a segno da chimica e farmaceutica (ma anche aziende agricole, largo consumo ed elettronica e informatica chiudono in pari o in leggera crescita, a fronte a un calo di media del 2,9%). Nello scenario hard, la diminuzione di fatturato arriva in media a -4,3%, con performance ancora peggiori per i settori più colpiti, mentre chimica e farmaceutica salgono a +7%.
Se si entra più nel dettaglio, tra i settori per cui si prevede per il 2020 il maggior calo di fatturato rispetto al 2019 si trovano, nello scenario soft, attività di proiezione cinematografica (-65%), trasporto aereo di passeggeri (-50,8%), agenzie viaggi, tour operator e alberghi (-43% circa), organizzazione di fiere e convegni (-40%) e ristorazione (-33,8%), a fronte del +35% del commercio online, +16,8% della fabbricazione di respiratori artificiali (crescono a due cifre anche altri strumenti legati alla lotta alla pandemia, dai dispositivi e abiti per la sicurezza ai tessuti tecnici), +10,7% di supermercati e discount, +9,7% della produzione di casse funebri. Dati che nello scenario hard peggiorano ancora, persino del 10-15% per i settori più in crisi, così come migliorano, ma non sempre e non oltre il 5%, per i business che invece hanno tratto vantaggio dalla diffusione del Covid-19.
Molte le variabili in gioco e gli scenari valutati, legati all’evoluzione della pandemia e all’efficacia delle politiche messe in campo per sostenere famiglie e imprese. Cerved, tenendo conto delle misure di lockdown adottate in marzo-aprile e del calendario differenziato della ripresa tra le diverse attività economiche, parte dall’ipotesi di una graduale riapertura a maggio, dall’assenza di crisi finanziarie, da una politica economica e monetaria di pieno supporto dal lato della domanda e dell’offerta e dal rallentamento della congiuntura economica globale.
Su queste basi ha ridisegnato due scenari: uno soft, che prevede uno shock economico seguito però da una rapida ripresa, con pochi fallimenti e la sostanziale tenuta della capacità produttiva e dei redditi delle famiglie (no a ulteriori lockdown, un secondo semestre 2020 verso la normalità e un 2021 in forte recupero); e uno hard, caratterizzato da una recessione più marcata nel 2020 (fallimento di molte imprese, perdita della capacità produttiva e di reddito), seguita nel 2021 da una ripresa lenta, con possibili nuovi lockdown, anche se meno severi, che potrebbero avere conseguenze differenziate sul business e portare all’emersione di nuovi modelli sociali ed economici.
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A cura di Matteo Cioffi
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