pubblici esercizi
15 Dicembre 2020La pandemia, il conseguente lockdown e il drammatico crollo dei flussi di clientela hanno imposto ai pubblici esercizi il ricorso alla cassa integrazione di settore, erogata dall’oramai noto fondo d’integrazione salariale ed alla cassa integrazione in deroga. Per comprendere le proporzioni di diffusione dello strumento è sufficiente osservare i dati forniti dall’INPS nel report fornito dal Coordinamento Generale Statistico Attuariale dell’Istituto, aggiornato a settembre 2020 che fornisce un quadro dello strumento straordinario da Covid-19. È emblematica la fotografia che riguarda le ore autorizzate di cassa integrazione ad agosto 2020, il mese tradizionalmente dedicato alle “ferie italiane” e fortemente ad incidenza turistica: oltre 44 milioni di ore autorizzate nel settore economico “Alberghi e Ristoranti”, per numero di ore secondo solo a quello del “Commercio all’ingrosso e al dettaglio”. Nel corso del periodo interessato dalla pandemia le imprese di pubblico esercizio hanno potuto ricorrere ai periodi di cassa integrazione messi a disposizione dal decreto “Cura Italia” e dal decreto “Rilancio” per poi poter fruire di ulteriori diciotto settimane di sospensione o riduzione dell’attività messe a disposizione dal decreto “Agosto” a partire dal 13 luglio e utilizzabili fino al 31 dicembre 2020. Per consentire alle imprese e ai territori associati di districarsi nella complessità normativa introdotta dai decreti citati che hanno previsto una disciplina specifica diversa da quella in regime ordinario disciplinata dal decreto legislativo 148/2015 del “Jobs Act”, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi ha realizzato una guida pratica de “Gli ammortizzatori sociali nei pubblici esercizi per emergenza Covid-19”. Nella medesima direzione si è collocata un’iniziativa analoga volta, invece, a realizzare un’altra guida pratica dedicata ad imprese ed associazioni territoriali, realizzata come la precedente in collaborazione con Adapt, che trattasse il tema de “Gli ammortizzatori sociali nei pubblici esercizi” così come disciplinati dalla normativa ordinaria, quella del citato decreto legislativo n. 148/2015. Lo scorso 3 novembre la FIPE con un webinar trasmesso dai propri canali social ha voluto perciò presentare la guida in questione, fornendo i contenuti della normativa sugli ammortizzatori sociali ordinari, ma in particolare dando indicazioni alle imprese su come ricorrere a tali strumenti. Tali iniziative si sono rese necessarie in virtù del rapido susseguirsi e concatenarsi di normative ordinarie e straordinarie da “Coronavirus”, dalla necessità, quindi, di fornire un approfondimento sulle modalità e le condizioni di ricorso agli ammortizzatori sociali per le aziende del settore. Per offrire un quadro ricostruttivo della situazione attuale e dell’incrocio tra le diverse discipline è importante ricordare che le imprese che hanno già fatto ricorso alle diciotto settimane di cassa integrazione del “decreto Agosto” a partire dal 12 luglio 2020, possono fruire a partire dal 16 novembre di ulteriori sei settimane previste dal “decreto Ristori”. In virtù di tale situazione, per far fronte al calo consistente dei fatturati e del flusso di clientela le imprese saranno, purtroppo, obbligate nel corso del 2021 a ricorrere ancora agli ammortizzatori, in questo caso ordinari, anche dopo aver esaurito quelli straordinari. La volontà della Federazione si è manifestata con tali azioni che fornissero una bussola normativa tale da mettere in campo informazioni direttamente fruibili da imprese, associazioni territoriali ma anche operatori del settore che stanno cercando in questi mesi di supportare un comparto devastato dagli effetti della crisi da Coronavirus.
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A cura di Matteo Cioffi
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