pubblici esercizi
24 Giugno 2022A fronte di una riduzione generalizzata della spesa media mensile delle famiglie nell’ultimo decennio (-1,1% medio annuo su tutte le categorie di spesa), le analisi mostrano infatti come l’incidenza della spesa alimentare è cresciuta di +2,9 punti percentuali nel periodo, risultando la voce che aumenta maggiormente la propria incidenza sul totale della spesa delle famiglie, insieme a quella per l’abitazione e le bollette. Queste due voci sono destinate a incrementare notevolmente la propria incidenza sul totale anche nel biennio 2021-2022, essendo le categorie maggiormente impattate dalla crisi inflattiva.
Il paper evidenzia come l’attuale inflazione energetica e alimentare stia colpendo le fasce più povere della popolazione. Il costo del paniere medio per le famiglie appartenenti al quintile di reddito più basso ha subìto un’impennata del +8,0% da marzo 2021 a marzo 2022, mentre l’impatto inflattivo per le famiglie nel quintile più alto si attesta a +4,7%. Uno scenario dovuto a fattori esogeni che legittima le previsioni di un’inflazione su base annua superiore al 10%, che impatterà in modo asimmetrico sui consumatori e sugli operatori del retail.
Evidenze molto preoccupanti sono registrate anche per la filiera produttiva: un settore senza dubbio florido, ma che ad esempio è cresciuto meno di altri (pur riportando una progressione del 6,2%, è al terz’ultimo posto per crescita tra le filiere), e che è solo al 5° posto all'interno dell'Unione europea per valore dell’export e al penultimo posto nel cluster dei top 10 exporter per incidenza delle esportazioni agroalimentari sul fatturato (pari al 22,5%).
Spazi di export importanti possono venire dalla lotta all'Italian sounding - il fenomeno dei prodotti alimentari che ‘suonano’ come italiani e non lo sono - che sottrae al nostro export un valore, per la prima volta stimato con un algoritmo matematico, di circa 80 miliardi di euro.
Un fenomeno, ha sottolineato il Manifesto per il contrasto all’Italian Sounding elaborato da The European House – Ambrosetti e Assocamerestero, che potrebbe essere mitigato con serie di azioni: favorendo la consapevolezza del consumatore straniero verso le valenze distintive del Made in Italy agroalimentare; prevedendo agevolazioni fiscali con nuovi accordi di libero scambio Ue-Paesi Internazionali e accordi bilaterali più favorevoli per le imprese agroalimentari; combattendo la comunicazione ingannevole; strutturando una rete comune di attori istituzionali all’estero; facilitando il consolidamento delle imprese F&B italiane, attraverso reti d’imprese del settore; sfruttando gli ‘ambasciatori’ del Made in Italy presenti all’estero; dando impulso alla tracciabilità; investendo sulla tecnologia di blockchain e smart labeling e, in generale, contribuendo a dare supporto tecnologico alle Pmi italiane del F&B.
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A cura di Matteo Cioffi
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