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04 Dicembre 2023L'Osservatorio Federvini, nell'analisi a cura di Nomisma e TradeLab, tratteggia uno scenario in chiaroscuro per i vini e spirit italiani nel 2023: il rallentamento generale delle economie mondiali ha remato contro il nostro export, l'inflazione e la crescita limitata del Pil hanno fatto il resto invece sullo scenario interno.
FUORI CASA: CROLLO DEI CONSUMI ESTIVI
Rispetto al 2022 la spesa per vino e spirit nel comparto OOH è incrementata di 2,5 miliardi di euro (+4,3% in termini di valore del mercato): in particolare il segno + riguarda gli aperitivi serali, cresciuti del 3% in termini di presenze e del 5% a valore, e la cena che ha visto +1% di presenze e un +4% a valore. Di segno nettamente inverso invece le occasioni dopocena e notturne (-14% in presenze e consumi).
In particolar modo, TradeLab evidenzia un crollo dei consumi durante il periodo estivo (trimestre luglio-settembre 2023) che porta a un trend negativo (-6% a visite e -4% a valore) innescato da crescente inflazione, condizioni meteo incerte e aumento degli italiani che hanno scelto di trascorrere le vacanze all’estero.
In termini di consumazioni, le bevande alcoliche hanno rappresentato il 12% del totale dei consumi (1,1 miliardi di consumazioni di vino e spirits nel corso dei primi tre trimestri dell’anno). Il consumo di vino e dei cocktail alcolici è cresciuto dell’1%, quello delle bollicine del 9%. Riscontro al ribasso invece per amari (-7%) e spiriti lisci (-11%).
EXPORT: UN QUADRO TRA LUCI E OMBRE
Sul fronte delle esportazioni dei vini, l’Italia ha registrato nei primi otto mesi del 2023 una flessione pari allo 0,7% a valore ma una tenuta sul fronte dei volumi (+0,8%). Un dato che comunque necessita di essere letto alla luce del record registrato nel 2022 spinto dalla ripresa post pandemica. Positive le esportazioni in quantità di vini italiani in Francia (+15,5%) mentre flettono gli altri mercati come Stati Uniti (-11,5%), Regno Unito (-1,9%) e Giappone (-16,3%). Nota confortante invece per gli spumanti che crescono in Francia (+24,8%) e Svezia (+20,8%).
Situazione analoga per gli spirit con una crescita a valore del 5% rispetto al 2022 e un peso complessivo superiore al miliardo di euro, ma con flessioni in volume (-2,4%). I liquori crescono marginalmente in valore negli Stati Uniti con un +1,4% mentre perdono qualcosa a volume (-0,7%). Infine, l’export totale di grappa che si contrae a volume di oltre il 12%, a fronte di una riduzione a valori del 6%.
In merito agli aceti, infine, l’export nei primi otto mesi dell’anno si riduce sensibilmente negli Stati Uniti, il principale mercato di sbocco (-19% a valore e -28% a volume). A volume si registra una dinamica positiva in Austria (+92%), Regno Unito (+7,5%) e Germania (+2,7%).
“L’andamento di quest’anno era previsto, in considerazione di un quadro caratterizzato da tensioni geopolitiche e dal rallentamento più marcato nell’Eurozona – commenta Micaela Pallini, Presidente Federvini – I dati del nostro Osservatorio evidenziano comunque la capacità di resilienza del settore dei vini, degli spiriti e degli aceti italiani che si conferma un pilastro fondamentale dell’agroalimentare nazionale. Oggi più che mai è il momento di fare sistema di fronte alle sfide internazionali".
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A cura di Matteo Cioffi
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