pubblici esercizi
21 Agosto 2014La stagione estiva si svolge all’insegna dell’incertezza. Gli ultimi dati sull’andamento dell’economia non incoraggiano all’ottimismo nonostante qualche soldo in più messo nelle tasche degli italiani con il bonus irpef di maggio e nonostante le misure espansive assunte nei giorni scorsi dalla Bce, a partire dalla riduzione dei tassi di interesse.
Ma il turismo soffre da molti anni le conseguenze del forte rattrappimento della domanda interna con risultati straordinariamente negativi che non risparmiano neppure l’estate, il periodo maggiormente vocato alle vacanze degli italiani.
In cinque anni la quota di chi fa vacanze in estate è scesa di dieci punti percentuali, dal 48,2% al 38,3%. In termini assoluti significa che sei milioni di persone hanno rinunciato ad andare in vacanza d’estate. E’ come se dicessimo che sei milioni di persone non comprano più un prodotto che prima compravano.
Un dato eclatante a prescindere dalle implicazioni economiche che ne derivano perché fare vacanza è un fatto culturale e sociale oltre che economico.
Con queste premesse è difficile immaginare che la stagione in corso possa invertire un trend così negativo.
Qualche decimale in più o in meno serve a poco. Per capirlo basta dare uno sguardo ai numeri del turismo interno degli ultimi cinque anni consapevoli del fatto che la migliore performance dei flussi internazionali non è stata, non è e non sarà sufficiente a raddrizzare la barca.
Meno italiani in vacanza …
Sono sempre di meno gli italiani che vanno i vacanza.
Tra il 2008 ed il 2013 la quota è scesa dal 28,7% al 19,2%. Solo nell’ultimo anno il calo ha sfiorato il dieci per cento.
La crisi ha avuto un impatto pesante sulla propensione degli italiani a fare almeno una vacanza se si considera che, sulla base degli ultimi dati disponibili, sono 5,6 milioni le persone che hanno dovuto rinunciarvi.
… soprattutto se giovani ed anziani
La rinuncia a fare almeno una vacanza è stata trasversale sia per genere che per età non senza, tuttavia, qualche significativa differenza, almeno su quest’ultimo aspetto.
E’ soprattutto tra i più giovani che la crisi ha contribuito a ridurre la propensione ad andare in vacanza. Nel 2008 il 32,5% dei giovani tra 15 e 24 anni aveva fatto una vacanza, cinque anni dopo appena il 19,4%. Preoccupante la flessione anche tra i più piccoli (0-14 anni) la cui quota scende dal 36,9% al 24,6%.
La consuetudine ad andare in vacanza cala pure, ma con minore intensità, tra i 45-64-enni, mentre tra gli over 65 il numero dei vacanzieri quasi si dimezza.
Tra i residenti nel Mezzogiorno la vacanza perde terreno
Anche sotto il profilo geografico la crisi è stata trasversale nel modificare le abitudini degli italiani ad andare in vacanza.
Ma è soprattutto tra i residenti del Mezzogiorno che gli effetti sono stati più forti. E’ qui che nel giro di appena cinque anni la quota di residenti che sono andati in vacanza si è quasi dimezzata scendendo dal 21,7% al 12,5%.
Nelle altre aree geografiche le quote sono scese di circa dieci punti percentuali.
Tengono i viaggi all’estero, crollano quelli interni
La propensione ad effettuare viaggi di vacanza all’estero risente solo marginalmente della crisi. Nel 2008 il 6,3% degli italiani aveva fatto una vacanza all’estero, cinque anno dopo il 5%.
La vera contrazione si registra per i viaggi che hanno una destinazione interna. In questo caso la quota di italiani che ha fatto una vacanza passa dal 24,4% al 15,5%.
Si torna alla mono-vacanza estiva
Si rinuncia alla vacanza in ogni periodo dell’anno ma è soprattutto fuori stagione che si registrano le maggiori riduzioni. Nel primo trimestre la quota di chi fa vacanza si dimezza e più o meno lo stesso accade nel secondo e nel quarto trimestre dell’anno. Nei mesi di luglio, agosto e settembre la flessione c’è ma, in termini relativi, risulta più contenuta (dal 48,25 al 38,3%).
Possiamo dire che si va riducendo significativamente la consuetudine a fare più vacanze nel corso dell’anno e si torna all’unica vacanza estiva, magari allungandone di qualche giorno la durata.
Viaggi e notti in caduta libera
In cinque anni il numero dei viaggi per vacanza si è dimezzato. Il trend è stato progressivo ed quantitativamente importante.
Più contenuta, ma sempre significativa, la flessione delle presenze proprio per quel ritorno a fare meno vacanze ma più lunghe. La durata media era di sei pernottamenti nel 2008 ed è salita a sette nel 2013.
Fai da te ed aereo (low cost) per andare in vacanza
Anche sull’organizzazione della vacanza la crisi lascia il segno.Cresce il numero di italiani che organizzano in proprio il viaggio a scapito del canale dell’intermediazione.
Al contempo cala significativamente la percentuale di chi si muove senza prenotazione. Su questo trend oltre alla necessità di risparmiare ha sicuramente esercitato un ruolo importante lo sviluppo dell’accessibilità alle informazioni consentito dalla rete.
Cambiamenti marginali si rilevano sulla scelta dell’alloggio, mentre per quanto riguarda il mezzo di trasporto utilizzato per andare in vacanza va segnalato l’aumento del peso dell’aereo che passa dal 13,2% del 2008 al 17,2% del 2013. La spinta dei low cost si fa sentire.
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