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Oggi, la situazione è diversa:

complice la maggiore atten-

zione di aziende e media nei

confronti della professione, si

sono moltiplicati workshop,

seminari e masterclass, con il

risultato che il settore èmolto

caotico e lepropostenon sem-

pre di spessore. Anzi: molti

si improvvisano formatori

per incrementare il proprio

business.

Vi consiglio quindi di inve-

stire costantemente in ag-

giornamento, ma di valutare

sempre con cura solidità dei

contenuti e credibilità dei

relatori, verificandone il CV.

Ricordatevi: per essere effica-

ce, la formazione deve essere

indipendente e scevra da con-

dizionamenti delle aziende

sponsor e, più in generale,

del mercato.

Che cosa pensi delle compe-

tizioni?

Sono utili per condividere

esperienze e conoscenze con

altri colleghi, ma rispetto a una

quindicinadiannifal’atmosfera

ècambiatatotalmente.Quando

ero giovane, la parola d’ordi-

ne era spontaneità: per vince-

re bisognava essere se stessi,

mostrare le proprie qualità.

Oggi, al contrario, occorre in-

ventarsi un personaggio. Se il

gioco rimanesse confinato alla

competition, non sarebbe un

problema. Purtroppo, invece,

i barman spesso indossano gli

abiti del personaggio anche

dietro al bancone, perdendo la

connessione con la realtà. Ecco

quindi, per esempio, bartender

cheimpiegano20minutiperun

drink, convinti di essere legitti-

mati a fare attendere il cliente

in quanto artisti del bere mi-

scelato. Inaccettabile. Per farla

breve, partecipateallegare,ma

poi tornate sulla terra!

Ma il barman è un artista?

No: il barman è un busines-

sman, che non può perdere

di vista il fatturato del proprio

locale e, di conseguenza, deve

essere sempre al servizio del

cliente. La gente non frequenta

il bar per assistere a uno spet-

tacolo, ma per bere un drink,

rilassarsi, divertirsi e sentirsi a

proprio agio. Il cuore di un lo-

cale è il cliente, non il barman.

Siete stati tra i primi a rea-

lizzare prodotti home made

per personalizzare i vostri

cocktail. Oggi suggeriresti

ai colleghi di investire nella

ricerca di sciroppi e bitter

The Jerry Thomas Project

PUBBLICO ESERCIZIO

Romano, classe 1976,

Leonardo Leuci si

innamora del mondo

della miscelazione a

20 anni: lavora in Italia,

Francia, Spagna, Caraibi e

si appassiona subito alla

tradizione cubana. Con

Alessandro Procoli Roberto

Artusio e Antonio Parlapiano

apre quindi a Roma il primo

speakeasy club d’Italia,The

Jerry Thomas Project, che in

soli 2 anni rientra nella lista

dei “Best European Bar” e

nel 2013 nei “Best World

Bar”. Oltre alla gestione del

locale e ai corsi per addetti

ai lavori e appassionati, Leo

Leuci&Soci sono impegnati

nella produzione di una

linea di liquori realizzata

in partnership con l’Antica

Distilleria Carlo Quaglia,

distillatore fin dal 1890 nella

piemontese Castelnuovo

Don Bosco. Primo successo,

il Vermouth del Professore.

IDENTIKIT

26

Mixer

NOVEMBRE 2014