Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  59 / 132 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 59 / 132 Next Page
Page Background

quindi abbiamo spumanti di

Sangiovese, Montepulciano

d’Abruzzo, Nebbiolo, Trebbia-

no,Verdicchio,Prosecco/Glera,

Garganega,Aglianico,Lambru-

sco, ma anche Malvasia, Prié

Blanc, Piedirosso, Erbaluce

di Caluso, Cortese, Arneis,

Durello, Pecorino, Spergola,

Aspriniod’Aversa,Vermentino,

Roscetto,RibollaGialla,Pigato,

Carricante, Falanghina, Greco,

Negroamaro,GroppelloGenti-

le,BombinoBianco,Passerina,

Mantonico Bianco, Bianchetta

GenoveseeNerelloMascalese,

ecc.. Una vera e propria ric-

chezza della diversità. Il peso

dell’exportdellaspumantistica

made in Italy, nel 2013, rap-

presenta un piccolo boom: la

tipologia detiene il maggiore

tasso di crescita nell’anno, con

2,1milionidihl.e736milionidi

euro, rispettivamente incresci-

ta del 13% e del 18% sul 2012.

Bolle e bollicine, sappiamo,

sono il punto dolente di ogni

ristoratore appassionato, che

investe spesso tutti i suoi ri-

sparmi in cantine prestigiose

e oggi sempre più rare.

BOLLICINE ITALIANE

Il ristorante La Ciau del Torna-

vento, stellato, conserva nella

sua cantina di tufo 60mila bot-

tiglie. Maurilio Garola, amba-

sciatore dello champagne nel

2013, predilige e promuove

soprattutto bollicine italiane.

«Ogni regione e territorio vi-

tivinicolo italiano può vanta-

re oggi – dice Maurilio – vini

spumanti charmat e metodo

classico, di grande levatura,

che competono con le migliori

bollicine del mondo. Sono vini

moderni, con meno solforosa,

che tendono al pas dosè (più

secchi) e morbidi allo stesso

tempo, ideale per pasteggiare

con i piatti creativi della mi-

gliore ristorazione italiana. È

nostra abitudine, in periodi

particolari, come a Natale ad

es., sbicchieraregrandimetodi

classici italiani a confronto con

i piùnoti Champagne, creando

così interesse e cultura delle

bollicine».

Cambiano gusti e modi di

consumo e abbinamento, co-

me sostiene Nicoletta Rossi,

sommelier e titolare con Mat-

teo Scibilia dell’Osteria della

Buona Condotta di Ornago,

che dice: «Negli ultimi tempi

honotato–spiegaNicoletta-un

deciso aumento di bollicine a

tutto pasto. Nel periodo estivo

è abbastanza, normale, un po’

meno quando le temperature

si abbassano. Invece ecco che

brutroséemillesimativengono

richiesti comeabbinamentoal-

le carni. Nellamia carta il Fran-

ciacortalafadapadrone,anche

se ho Ribolle spumantizzate e

qualche chicca del Trentino,

il Prosecco ovviamente non

può mancare! Nel bene o nel

male è diventato sinonimo di

bollicine.

Un’altra ragione che favorisce

le bollicine è la gradazione

che non supera 12,5%; men-

tre troppi vini sia bianchi che

rossi, raggiungono gradazioni

difficilmente compatibile con

le norme della strada! Non ul-

timo,lebollicinesono“allegre”,

fanno subito festa».

IL PROSECCO

«L’unica bollicina che ad oggi

qui dalle nostre parti (Vicenti-

no) è ancora in voga – spiega

Carlo Gasparin, giovane im-

prenditore,titolaredelQubòdi

Costabissara - è indubbiamen-

te il Prosecco, tra cui spopola il

gusto più dolce, cioè extradry,

anche se c’è un interesse per

il prosecco sur lie (quello che

si scaraffa). Riguardo invece

al Franciacorta credo che il

consumatore non riesca più a

capirlo, probabilmente lo ha

sempre identificato come uno

status del momento, una mo-

da. Io stesso fatico a capire le

NOVEMBRE 2014

Mixer

57

MAURILIO GAROLA DEL RISTORANTE LA CIAU DEL TORNAVENTO, ALL’INTERNO DELLA SUA CANTINA

MATTEO SCIBILIA E NICOLETTA ROSSI CONTITOLARI DELL’OSTERIA DELLA

BUONA CONDOTTA