A
lle prese con una
crisi che non ac-
cenna ad allentare
la presa, gli italiani
hanno diminuito le
occasioni di consumo fuori
casa. Si escemeno, insomma,
ma quando lo si fa, non si
è disposti ad accontentarsi.
E’ questo il trend fatto re-
gistrare negli ultimi mesi
dai consumi delle bevande
alcoliche nella ristorazione
commerciale. «Nel primo
semestre del 2014 - afferma
Matteo Figura, responsabile
Foodservice NDP in Italia - a
fronte di un minor numero
di visite, i serving di alco-
lici sono complessivamente
cresciuti, in controtendenza
con quanto rilevato a livello
generale nell’ooh, dove si è
riscontrata una complessiva
flessione del 2%». Ad emer-
gere è insomma un risultato
netto, che, a prima vista, po-
trebbe suggerireun’interpre-
tazione semplicistica: se, in-
fatti, diminuiscono leuscitee
crescono i servizi, si potrebbe
ipotizzareche, quandosi con-
cedono momenti di svago, i
clienti si lascino conquistare
dai piaceri di Bacco più di
quanto avveniva in passato.
In altre parole, si potrebbe
pensare che, per contrastare
un mood generale non certo
positivo, si ricorra volentieri
all’alcol. In realtà, la questio-
ne è più complessa.
30
mixer
dicembre/gennaio 2015
Bevande alcoliche
a due velocità
Mercato
pubblico esercizio
A dispetto della
crisi, vino e birra
hanno visto
crescere i serving
nella ristorazione
commerciale.
Flettono, invece,
gli andamenti delle
altre categorie
del comparto:
bollicine, spirits,
superalcolici,
cocktail e premixati
Di Manuela Falchero
I serving nella
ristorazione
commerciale
per categorie
di bevande
alcoliche:
1° semestre 2014
(in%)
46,4%
Birra
10,7%
2%
Altre bevande
alcoliche
Spirits e
super alcolici
Cocktail e
premixati
Bollicine
32,3%
Vino
4,7%
3,9%