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Cosa dire invece del pomo-

doro o della mozzarella?

Il pomodoro innanzituttonon

è detto che debba essere San

Marzano, nel disciplinare si

parla anche di pomodoro

pelato lungo tipo Roma, che

credo sia quellomaggiormen-

te impiegato dai pizzaioli.

Del resto, la produzione di

San Marzano è relativamen-

te piccola, non riuscirebbe a

soddisfare le richieste di tutte

le pizzerie italiane. Poi c’è il

riferimento al latte importato

dalla Germania. Mi chiedo, il

latte tedesco è pericoloso? Del

resto con le quote latte sap-

piano bene che non riuscia-

mo a soddisfare il fabbisogno

dell’intera nazione.

Indefinitiva, PresidentePa-

ce. Qual è la sua opinione

finale sulla trasmissione?

Molto semplicemente, penso

che – come in tutti i settori

– ci sia un margine di miglio-

ramento, così come ci sono

operatori che dovrebbero fare

maggiore attenzione al loro

lavoro. Non siamo tutti perfet-

ti. Dall’altra parte c’è un’asso-

ciazione, la nostra, che vuole

andare in una nuova direzio-

ne, ovvero puntiamo a fare

formazione, che poi alla fine

è questo che fa la differenza.

Stiamo promuovendo quindi

corsi pratici, ma anche lezioni

specifiche sul food cost. Io

penso che tanti degli errori

che si commettono, e che poi

sono emersi durante la tra-

smissione, siano legati proprio

al fatto che i ristoratori – in

generale – spesso ignorano la

questione costi fissi e spesso

abbassano la qualità del loro

servizio impiegando materie

prime low cost pensando di

aumentare il loro margini di

profitto. Spesso questo non

corrisponde a verità e noi ab-

biamo deciso di operare in

questa direzione.

M

RISTORAZIONE

Una risposta a Report

Vera Pizza Napoletana

LE REGOLE DA

OSSERVARE

Ecco cosa dice dal

disciplinare della

Vera pizza napoletana

per quanto attiene

la preparazione e gli

ingredienti.

L’impasto è realizzato esclusivamente con farina, acqua,

sale e lievito.

La farina deve essere di grano tenero 00

di forza media. È consentita l’aggiunta di farina di grano

tenero tipo 0 (Manitoba) in piccole percentuali (dal 5 al

20% max, per rinforzare, in funzione delle temperature

esterne). In commercio esistono sia delle miscele di farina

già predisposte per l’impasto della pizza, sia dei formulati a

lievitazione rapida che riducono considerevolmente i tempi

di lavorazione, ma non danno lo stesso risultato. I panetti

ottenuti, hanno una pezzatura tra i 180 ed i 250 grammi e

quelli non utilizzati vanno buttati via ogni sera.

L’impasto deve lievitare almeno 8 ore, in due fasi

distinte.

I panetti ottenuti, hanno una pezzatura tra i 180

ed i 250 g. Per stendere la pasta si usano solo le mani,

mentre è vietato l’impiego delle macchine a pressatura e del

matterello. Il pizzaiolo deve dare una forma tondeggiante,

con diametro variabile che non deve superare 35 cm,

facendo sì che al centro lo spessore non sia superiore a 0,4

cm e il bordo, o “cornicione”, non superi 1-2 cm.

Gli ingredienti di guarnizione devono essere

preferibilmente di origine campana

. Può essere impiegato

pomodoro fresco nelle varianti S.Marzano dell’Agro

Sarnese-Nocerino D.O.P., Pomodorini di Corbara (Corbarino),

“Pomodorino del piennolo del Vesuvio” D.O.P. oppure pelati

S.Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino D.O.P. e il “lungo tipo

Roma”.

Per la mozzarella l’ideale è la bufala campana D.O.P.

ma le quantità a disposizione sono limitate, mozzarella

S.T.G., oppure la Fior di latte dell’Appennino meridionale

D.O.P. o altro fiordilatte certificato. L’olio deve resistere

all’ossidazione e rimanere stabile ad alte temperature, è

quindi consigliato l’olio extravergine o quello vergine. Poi

ci vuole l’origano (Origanum vulgare della famiglia delle

Labiatae), il basilico fresco o confezionato di IV gamma e

infine se si usa del formaggio a pasta dura (da grattugia).

La cottura della pizza deve avvenire direttamente sul

piano del forno a legna a temperature variabili tra 430

e 485° C

, per un periodo oscillante da 60 a 90 secondi. La

legna utilizzata non deve fare fumo od odori che potrebbero

modificare l’aroma della pizza (la quercia, il frassino, il

faggio e l’acero).

70

Mixer

DICEMBRE/GENNAIO 2015