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I

rapporti tra Ristorazione eAgricoltura sono

spesso caratterizzati da conflittualità, an-

ziché di sana collaborazione, finalizzata a

promuovere e valorizzare settori conmolte

affinità e interessi comuni.

Da una parte, la Ristorazione lamenta l’aggressio-

ne (e i privilegi fiscali) degli agriturismi, o me-

glio dei falsi agriturismi che mascherano attività

commerciali, oppure l’insistenza con la quale le

Associazioni agricole denunciano gli investimenti

della criminalità nel settore dei Pubblici Eserci-

zi, fenomeno vero e grave, come del resto, però,

quello delle ecomafie in agricoltura, oppure an-

cora la promozione di interventi legislativi come

la bottiglia anti-rabbocco per l’olio di oliva, che

considera inutili, vessatori e dannosi.

D’altra parte, l’Agricoltura condanna l’uso, a volte

accertatonella Ristorazione, di prodotti contraffatti

o ricettati, o di altre scorrette prassi commerciali.

La Ristorazione ha bisogno di tanti prodotti agri-

coli buoni, mentre l’Agricoltura, invece, di sboc-

chi commerciali qualificati e costanti e, quindi,

va ricercata una collaborazione migliore tra due

settori vicini e strategici per il Paese.

Al riguardo, Expoha già ottenutounprimo risultato

importante, facendo dialogare settori in compe-

tizione, almeno sul fronte della rappresentanza.

Infatti, quando si parla di valore etico del cibo,

questo concetto trova una sua declinazione anche

nel rapporto cibo/territorio, su cui si è consolidata

la tradizione della cucina italiana.

Il cibo, cioè, non è una cosa astratta rispetto al

territorio in cui è venduto/somministrato, ma è

l’espressione della sua storia, della sua tradizione,

della sua cultura.

Nella misura in cui si utilizzano i prodotti del

territorio, si caratterizza un’offerta, si consolida la

storia,ma si realizzano anche economie ambientali.

Sosteniamo da tempo che l’Agricoltura italiana

deve riprendersi il ruolo chemerita, incominciando

ad assicurare un reddito agrario proporzionato

ai valori terrieri e ai sacrifici, oltre che ai rischi,

dell’impresa agricola, non solo nell’interesse degli

agricoltori, ma anche dei territori.

Il degrado, l’abbandono e l’incuria di molti luoghi,

i disastri ambientali, sono spesso causati dall’inci-

vilità delle persone o dalla esplosione urbanistica,

ma anche dall’impossibilità o difficoltà degli stessi

agricoltori a fare puntuale manutenzione, per gli

aspetti economici sottostanti.

Non voglio invadere campi nondi mia competenza,

ma solo ribadire l’impegno della Federazione a

sviluppare migliori relazioni con un settore che

gli è vicino, con l’obiettivo di perseguire i buoni

risultati, per esempio, ottenuti insieme sul com-

parto vino.

Con i grandi cambiamenti che hanno interessato

la Distribuzione Commerciale, con il ruolo sem-

pre più forte della GDO, è radicalmente cambiata

anche la logistica e il sistema delle forniture, oggi

concentrata in grandi gruppi d’acquisto che impon-

gono prezzi, produzioni, tempi e altre condizioni

contrattuali difficilmente negoziabili.

Alla Ristorazione va il ruolo di sostenere, valo-

rizzare e promuovere le eccellenze produttive di

cui il Paese è ricco, dando sbocchi commerciali (e

corrispettivi) certi e affidabili a produzioni che per

qualità, quantità e altri vincoli dimensionali non

hanno ancora grandi possibilità. La Ristorazione

è intesa, cioè, come vivaio e vetrina per prodotti

con prospettive di consolidamento commerciale.

Questo deve essere la giusta sinergia tra duemondi

che devono imparare a dialogare di più e meglio,

nel reciproco interesse, abbandonando costrutti-

vamente brutte abitudini, sulle quali la Federazione

ha le sue colpe.

Ristorazione e Agricoltura

Il punto

del presidente FIPE

Lino Enrico Stoppani

8

Mixer

MAGGIO 2015

Cordialmente.