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Cosa caratterizza la proposta del Pikes?

Filippo Dendena. Alle origini avevamo optato

per un menù classico. Poi abbiamo introdotto

oltre ai grandi classici, cocktail vintage poco co-

nosciuti, grandi o piccoli twist, drink signature,

tutti creati seguendo i gusti dei clienti. Insomma,

ci sbizzarriamo, cercando però di non strafare.

Un’intuizione molto interessante del Pikes è

quella di proporre drink stagionali e a tema,

giusto?

Filippo Dendena. Abbiamo la fortuna di ave-

re sempre ottimi prodotti di

stagione quindi perché non

sfruttarli? I nostri cocktail

analcolici, ad esempio, non

compaiono mai in lista, ma

sono sempre creati su misura

in base alla frutta fresca che

abbiamo a disposizione.

Chi altro fa parte della squa-

dra del Pikes?

Daniele Marangon. Al mo-

mento oltre a me e a Filippo,

altre sei persone fanno parte

dello staff: Mario, addetto al

banco per la caffetteria del

diurno, due cameriere ai tavo-

li, Miriana e Camilla, Alessandro che si occupa

della cucina per il servizio aperitivo e due bar-

tender per l’happy hour e dopocena, che oltre

al banco condividono anche lo stesso nome:

Edoardo. Essere uno staff unito ed affiatato per-

mette a tutti di trovare la giusta concentrazione

per offrire qualità nel servizio.

Da titolare e da head bartender, quanto è

importante per voi la formazione?

Daniele Marangon. La formazione è importante

per qualunque professionista. Ho frequentato

una scuola per barman anni fa, mi è servita come

trampolino di lancio, poi molta formazione l’ho

sperimentata sul campo avendo avuto la fortuna

di lavorare al fianco di ottimi insegnanti.

Filippo Dendena. La formazione deve venire

sia dallo studio che dalla pratica. Come lui ho

fatto tanta gavetta, frequentato dei corsi, let-

to tanti libri del settore e ancora oggi seguo

corsi di aggiornamento e

masterclass. Oggi le scuole

di bartending si sonomolto

evolute e c’è sempre mol-

tissimo da imparare anche

per chi come noi fa questo

lavoro da quasi vent’anni.

Chiudiamo con un gioco:

se doveste descrivere l’al-

tro con un cocktail…

DanieleMarangon. Filippo

non lo miscelerei, lo pa-

ragonerei a un bicchiere

di Bourbon Barrel Proof,

grezzo all’inizio, un po’

scorbutico, ma che al ter-

zo sorso cominci ad apprezzarlo per il suo vero

valore.

FilippoDendena. PermeDaniele èunOldFashio-

ned: ci vuole tempo per capirlo, non è per tutti,

anzi, ad alcuni può non piacere per nulla, ma

è un caposaldo e un classico. Ruvido, ma con

un cuore morbido.

82

mixer

MAGGIO 2015

Tre cocktail

del Pikes

Milano d’oc

Un Milano -Torino rivisto e

rinfrescato.

Ingredienti:

4 cl Campari

4 cl Byrrh

spuma al pompelmo rosa

Miscelare Campari e Byrrh

in un mixing glass con

ghiaccio, versare in una

coppa cocktail, chiudere

con la spuma al pompelmo

rosa, guarnire con julienne

di scorza di pompelmo.

Johnnie Porter

Un nostro twist sul grande

Rob Roy, la riduzione di

Porter aggiunge interessanti

note di cacao e caffè.

Ingredienti:

4,5 cl Blended Scotch

Whisky

2 cl Vermouth Rosso

1 cl riduzione di Birra Porter

Miscelare tutti gli ingredienti

in un mixing glass con

ghiaccio, versare in

coppetta cocktail, guarnire

con una scorza di arancia.

Hibiscus Daiquiri

La dolcezza pungente

dello sciroppo home made

si inserisce benissimo in

questa rivisitazione di un

gustoso classico.

Ingredienti

4,5 cl Rum Chiaro

1,5 cl succo di limone

1,5 cl sciroppo di tè ai fiori

di ibisco (karkadè)

3 gocce di soluzione salina

affumicata

Shakerare tutti gli

ingredienti con ghiaccio e

versare in coppa cocktail,

guarnire con fiori di ibisco

essiccati.

Bartender

mixology

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2

1

1

3

3

Filippo e Daniele