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N

iente di nuovo sul fronte del

CCNL:

la Fipe non ha ancora firmato

e le

nebbie non sembrano certo diradarsi.

Inmerito,

Lino Stoppani, presidente

dell’Associazione

non si fa illusioni.

«Le posizioni - ammette infatti - si sono ul-

teriormente irrigidite, specialmente dopo lo

sciopero improvviso, al limite della legalità,

che ha fatto incrociare le braccia ai dipendenti

di McDonald’s».

L’amarezza che vela la sua affermazione non

passa inosservata.

Ma per comprendere meglio quale sia l’oggetto

della diatriba che oggi contrappone la Fipe

alle Organizzazioni Sindacali, è bene fare un

passo indietro.

Al 18 gennaio del 2014, per l’esattezza, quando

Federalberghi

e

Faita

siglarono l’accordo

con le parti sociali (sul piatto fu messo un

aumento di 85 euro lordi), mentre l’associazio-

ne di pubblici esercizi si astenne dal firmare.

Un gesto tranchant, un “no” netto cui Fipe

rimane ancora oggi coerente e a proposito

del quale Stoppani spiega: «Il nostro rifiuto

ha radici profonde. Nella crisi, per esempio,

che ha trovato un pesante corollario nel calo

dei consumi, nella contrazione di margini e

ricavi e nel saldo sempre e costantemente

negativo tra aperture e chiusure. Una spirale

negativa, che ha coinvolto trasversalmente

tutti: dai grandi gruppi alle piccole imprese.

Una fase recessiva lunga e in cui è ancora

difficile vedere spiragli. O meglio: sul fron-

te dell’export la fortunata congiuntura del

quantitative easing e del calo del prezzo del

petrolio si presta a un certo ottimismo.

Ma

sul fronte della domanda interna non

ci sono barlumi.

Siamo ancora sul perico-

loso strapiombo della deflazione, mentre la

clausola di salvaguardia pronta a far scattare

la tagliola dell’aumento Iva pende come una

spada di Damocle. E il recentissimo rilievo

della Consulta a proposito delle pensioni non

contribuisce certo ad alleggerire il clima…

In questo contesto l’attuale formulazione del

CCNL ci sembra anacronistica e inappropriata.

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Mixer

GIUGNO 2015

CCNL: perché Fipe

ha detto no

LINO STOPPANI:«SUPERIAMO LE VECCHIE LOGICHE

IN NOME DI UN CONTRATTO INNOVATIVO CHE PREMI

MERITO E PROFESSIONALITÀ»

DI CARMELA IGNACCOLO

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