le sue proposte e si auspica che le associazioni
sindacali escano dal loro arrocco silenzioso.
I nostri sono spunti di riflessione sui qua-
li lavorare, disposti anche alla necessaria
mediazione.
In base alle concessioni che ci potranno ve-
nire dalle
OO.SS.siamo anche disposti a ri-
considerare la parte economica del contratto
di lavoro, che deve essere la conclusione di
un percorso di ricerca delle soluzioni comuni
utili per il settore e non la condizione prin-
cipale sulla quale impostare le trattative.
Ma questo - e ci tengo a precisarlo - avver-
rebbe non perché lo hanno fatto gli altri, ma
perché è la sintesi di un equo compromesso
tra le rivendicazioni di tutti gli attori ….
M
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Mixer
GIUGNO 2015
Mercato del lavoro
PUBBLICO ESERCIZIO
Il Presidente della Federazione
Italiana Pubblici Esercizi Lino
Enrico Stoppani ha inviato una
lettera aperta al Presidente della
Regione Lombardia Roberto Maroni
esprimendo tutto il suo rammarico
nei confronti di un Disegno di Legge
della Regione che, non tenendo
conto del principio “stesso mercato,
stesse regole”, produrrà effetti
negativi per i pubblici esercizi.
Ecco in breve il cuore del problema:
l’art.1 del DdL Regionale sulla
semplificazione prevede che negli
esercizi commerciali di vicinato
che esercitano in via prevalente
la attività di vendita al dettaglio
di carne o pesce sia consentito il
consumo immediato dei prodotti
di gastronomia presso i locali
dell’esercizio, con l’utilizzo degli
arredi aziendali e di stoviglie e
posate a perdere, ma senza servizio e
assistenza di somministrazione.
Cosa ne deriva?
La conseguenza più rilevante di
questa normativa, e dell’assimilazione
delle macellerie e pescherie agli
artigiani, risiede nella facoltà di
utilizzare spazi e aree pubbliche
prospicienti l’esercizio di vendita, con
una triplice violazione delle regole
sulla corretta concorrenza:
A)
nei confronti degli altri
commercianti di alimenti (es. salumai)
che non possono utilizzare gli spazi
antistanti;
B)
nei confronti degli artigiani che
sono limitati nella vendita ai soli
generi di propria produzione;
C)
nei confronti degli esercizi
della ristorazione che propongono
pietanze di carne e di pesce identiche
a quelle fornite da detti esercizi
dovendo rispettare regole molto più
stringenti e che comportano costi
altissimi (cucina a norma, depositi,
personale, canne fumarie, bagni
per il pubblico anche visitabili dai
diversamente abili, ecc.).
Risvolti deprecabili, quindi, specie
in un momento in cui, attraverso
EXPO2015, la Regione Lombardia
sta chiedendo supporto e dandosi
visibilità attraverso la categoria
degli Chef e dei ristoranti. Non si
può accettare la valorizzazione di un
settore ad intermittenza o secondo
le convenienze: si mortificano
imprenditori, si mettono a rischio
imprese, si rafforza la banalizzazione
e l’omogeneizzazione dell’offerta
commerciale, si indeboliscono le
specificità e i valori dei mestieri,
si offende la rappresentanza di
categoria.
REGOLE UGUALI PER TUTTI:
La lettera di Lino Stoppani in difesa dei pubblici esercizi