giare tutte è alto anche per i più dotati in fatto di spazio
gastrico. Ecco nascere il rito del trou normand: tra due
portate viene servito un Calvados. Alcuni sostengono
debba essere bevuto in un sol sorso, altri che va bene
anche centellinarlo e non manca chi sostiene che non
serve per nulla a creare un buco nello stomaco (da qui
la derivazione del suo nome), ma solo a bere di più. E
se così fosse? E’ comunque un gran bel rito.
VODKA: IL BRINDISI ALLA RUSSA
Na sdarovie! Che vuol dire “alla salute”, ma anche Hur-
rà, che è molto più facile da pronunciare. Con queste
parole si apre un fulmineo svuotamentodei bicchierini
di vodka tutto d’un fiato al quale nelle scene da film
fa seguito il lancio dei bicchieri nel caminetto acceso.
Un gesto ormai abbandonato, vuoi perché è difficile
trovare caminetti accesi, vuoi perché il padrone di
casa non apprezza molto questa usanza. Resta però
il fatto del rituale della vodka fatto di infiniti brindisi
intercalati da stuzzichini in cui compaiono caviale,
aringhe, cetrioli e tante altre cose ancora. Di rigore
nel rito: la vodka non si sorseggia.
CACHAÇA: CAIPIRINHA
La caipirinha è una bevanda miscelata, nulla da dire,
ma la sua preparazione è un rito. Anzi: è il vero rito
della Cachaça, l’acquavite brasiliana che con un paio
di miliardi di litri di produzione arriva terza a livello
mondiale. La caipirinha non può essere preparata da
chiunque, l’officiante è in genere il padrone (maschio)
di casa. Comincia ad affettare il lime facendo fette
circolari di circa tre millimetri che non separa total-
mente, poi inserisce il frutto nel pesante bicchiere di
vetro che è tradizionale per la bevanda, ricopre il lime
di zucchero e con un pestello nel fa uscire il succo, in
modo che questo sciolga lo zucchero elevando così
la sua pressione osmotica che provoca la migrazione
degli aromi nel liquido. Poi riempie il bicchiere di
cubetti di ghiaccio e colma gli spazi rimasti con ca-
chaça. Nel vostro bar non fanno così? Allora, non si
sta rispettando lo storico rito!
COGNAC: UN RITO NEL BICCHIERE
Il cognac è stata la prima acquavite al mondo che
ha iniziato la guerra alla pungenza. L’ha fatto con
un uso costante e prolungato del legno fin dalla sua
nascita e ha perseguito l’obiettivo alla grande con la
differenziazione degli alambicchi avvenuta agli inizi
dell’Ottocento. In questo modo ha potuto sviluppare
un bicchiere singolare - il ballon - dotato di un grande
corpo che termina conuna bocca relativamente stretta,
quanto di meglio ci può essere per avere un grande
spazio di testa con una forte concentrazione degli
aromi. Intorno a questo calice ha costruito riti, uno di
notevole interesse, l’altrodecisamentebarbaro. Il primo
vede il riscaldamento dell’acquavite con il palmo della
mano, il secondo la fiammella accesa sotto il ballon.
Giusto per rovinare qualcosa di prezioso.
LE ACQUEVITI DEL GRANDE NORD E LA BIRRA
Dall’Olanda a tutti i paesi del grande Nord (Dani-
marca, Norvegia, Svezia, Finlandia e non solo) è in
voga una modalità di consumo che è insieme rito e
gara di rara abilità. Una birra è servita in un boc-
cale munito di manico e un’acquavite in un piccolo
bicchierino senza stelo. Il bevitore deve impugnare
i due bicchieri in modo che il più piccolo sia in po-
sizione superiore e lasci scendere a filo l’acquavite
nella birra mentre la si beve. L’abilità sta - oltre che
nell’evitare spargimenti tutt’altro che rari - nel ter-
minare la birra e l’acquavite contemporaneamente,
senza mai interrompere la bevuta. Questa misce-
lazione tra acquavite e birra direttamente in bocca
ha comunque la sua ragione di essere dal punto
di vista sensoriale: se il distillato dovesse essere
miscelato nel bicchiere la birra avrebbe un’anomala
sgasatura che produrrebbe una variazione negativa
della bevanda.
M
DEL BERE
i riti
72
Mixer
GIUGNO 2015