Aiuto nei momenti di crisi o
elemento di socializzazione?
DEL BERE
N
ei riti del bere le
acqueviti hanno un
posto di primo pia-
no.
Conforto nei
momenti di crisi
(dal soldato in guerra con la
razione in bustina al manager americano che , ner-
voso, tracanna un whisky),
compendio per solitarie
meditazioni
(una poltrona e una elegante grappa
elevata in legno),
elemento di socializzazione
(dai
corsi di assaggio alle nottate in distilleria) e
cata-
lizzatori della coesione di un gruppo di azione
(si pensi al brindisi degli ufficiali russi con tanto di
lancio dei bicchieri), sono per lo più utilizzate tal
quali, sorseggiate o tracannate tutte di un fiato. A
volte però trovano abbinamenti più o meno azzeccati:
quasi tutte si sposano divinamente con cioccolato
fondente - meglio se criollo di buona ricchezza aci-
da - e frutta secca ed essiccata, mentre decisamente
dubbi sono gli abbinamenti con formaggi erboranti
e piccanti, pesce, funghi e tartufi.
Nella frutta fresca trovano ottimi compendi, soprattut-
to negli agrumi e in primis nel limone (frutta terpe-
nica), ma vanno d’accordo con ribes, mirtilli, fragole,
albicocche, pesche, mele, pere, banane e uva.
Gli officianti togati per i riti con le acqueviti sono
i degustatori, i sommelier, i
barman e, da pocoma in forte
crescita, i narratori del gusto
che le utilizzano con tecniche
decisamente innovative.
Nessuna limitazione per i
templi nei quali i riti si possono svolgere (dal bar alla
distilleria, dal ristorante alla cena casalinga), mentre
molte acqueviti sono particolarmente esigenti in fatto
di bicchieri: più è grande la loro tradizione e com-
plesso l’aroma e maggiore sarà l’attenzione da porre
nella scelta del calice adatto.
GRAPPA: IL RASENTIN
Una tazzina di porcellana ancora calda dall’ottimo
espresso che è appena stato consumato. Una decina
di millilitri di grappa pulita e fragrante, non importa
se giovane o invecchiata. Una rotazione veloce della
tazzina per fare accorpare nella grappa il calore, le
gocce di caffè residue, ma soprattutto le tracce di
crema presenti sulle pareti. Un’ispirazione profonda
per cogliere le pregiate molecole presenti, rese più
volatili dal calore, e quindi giù in un solo sorso, per
poi aprire la bocca e godere dell’aroma. Cosa possibile
solo se espresso e grappa sono entrambi eccellenti.
È un rito nato in Veneto da riportare in auge e da
LE CARATTERISTICHE DEL RITO
CAMBIANO A SECONDO DI QUELLO
CHE SI BEVE. ALCUNI CONSIGLI
DI LUIGI ODELLO
68
Mixer
GIUGNO 2015