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mixer
dicembre/gennaio 2016
L
ibertà. Da pesticidi, da ogm, da conservanti e co-
loranti. Da cibo spazzatura, da sprechi alimentari.
Questo invocanosemprepiùspesso i clienti quando
vanno al ristorante, in pizzeria o nei fast food.
Forte è la voglia di cambiare, di trovare proposte
diverse sempre più ispirate a una sempre maggiore “sa-
lubrità” dei cibi. In inglese il termine usato è “Healthi-
fication” e rispecchia bene il trend di realizzare menù
sempre più clean (“puliti”), magari non disdegnando un
tuffo nelle tradizioni locali.
I clienti - ci racconta la società di consulenza Baum
+ Whiteman, che osserva da vicino i trend dei paesi
anglosassoni - temono la presenza di elementi “chimi-
ci” negli alimenti e ritengono sempre più importante
la presenza di alimenti naturali
.
Per questo, ristoranti e fast food stanno cercando di rive-
larsi all’altezza della situazione. PrendiamoMac Donald’s
ad esempio, che si sta dando da fare per eliminare gli
antibiotici dai suoi polli. Oppure Dunkin Donuts che
presto dirà bye bye al biossido di titanio, un agente
sbiancante utilizzato nelle vernici. O ancora la catena
di panetteria Panera Bread, che entro il 2016 bandirà
dai suoi prodotti ben più di 150 coloranti, aromatizzanti,
dolcificanti e conservanti.
KO PER LA CARNE?
E in questa temperie sempre più salutistica che ne è
di cibi, storicamente protagonisti delle tavole mondiali
come la carne?
Beh,
anche sulle proteine animali si sta progressi-
vamente avendo un ripensamento e la tendenza è
quella di “metterle all’angolo” a tutto vantaggio delle
verdure,
cibo più rassicurante e sostenibile. Questo è
un po’ quello che succede, per esempio, all’
Al’s Place
Il cibo
che
verrà
BENESSERE FISICO,
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
E SPECIALITÀ TRADIZIONALI:
QUESTE LE LINEE GUIDA
DI CARMELA IGNACCOLO
Trend d’Oltreoceano
in profondità