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dicembre/gennaio 2016

mixer

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di San Francisco (decretato dalla rivista Bon Apetit, il

miglior ristorante del 2015), dove la carne non è bandi-

ta del tutto, ma relegata al ruolo di contorno.

Lo chef

Aaron London, infatti, sostiene che le verdure sono

un cibo “inclusivo e accessibile”

. “Io credo – spiega

- in un menù organizzato in questo modo e spero che

porti sempre più gente a cambiare stile di alimentazio-

ne.“ Il suo - rassicura London- non è un espediente per

attirare clienti, ma un convincimento radicato. Anche

perché la cucina vegetariana può rivelarsi una vera sfida

creativa, mentre per la carne è tutto più limitato: basta

una padella, del burro, uno spicchio d’aglio e del timo.

Tutto qui. “Prendete invece una rapa, una carota o un

rapanello: si tratta di ingredienti che cambiano sempre

e che si prestano a svariate preparazioni”. Nasce così la

mayonese fatta con baccelli di fagioli o gli oli aromatici

estratti dalle bucce degli agrumi.

Il suo obiettivo è dunque quello di preparare manicaretti

in cui gli ortaggi la facciano da padrone, solleticando

il palato tanto quanto farebbe la carne, ma senza ap-

pesantire.

È finita l’era in cui “cibo sano” faceva rima con “mortifi-

cazione del gusto”: oggi anche i ristoranti vegani hanno

deciso di investire non solo su un’estetica accattivante,

ma anche su sapori memorabili, che si possano, con

soddisfazione, abbinare ai vini.

Succede per esempio al

Vedge

, ristorante vegetariano di

Philadelphia, che colora di estro il suomenù, proponendo

broccoletti con dashi di cipolla affumicata, paté di patate

dolci con anacardi e cipolle in salamoia.

Sulla stessa linea pure il

Dirt Candy

di Manhattan prova

provata del fatto che la scelta vegana può non essere

austera. Anzi.

La titolare Amanda Cohen ha infatti puntato sulla

fantasia e l’inventiva:

carote sottaceto, marinate e poi

essiccate in salsa di arachidi e adagiate su cialde alla

carota, melanzane con cavolo cinese e germogli di piselli.

Tuberi, semi e radici spadroneggiano anche da

Semilla

a Brooklyn, dove fra le specialità ricordiamo le indimen-

ticabili patate con cavolo cinese alla curcuma-

Da

Squirl

, a Los Angeles ecco il maxi toast vegetariano

con aglio creme freche e carote marinate. Addirittura

da Al’s (Qui e nella pagina a

fianco) la cucina vegetariana è

vissuta come una sfida creativa

al dirt candy

la cucina

vegetariana

mostra il

suo lato

“divertente”

Al vedge vince l’estro: il piatto

forte sono i broccoletti. molto

coreagrafico anche il melone

con fave e radicchio (a fianco)