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Mixer

DICEMBRE/GENNAIO 2016

P

ericolo olio di palma: solo allarmismo

o c’è una base scintifica? È giusto ban-

dirlo dalla dieta, come chiedono a gran

voce i detrattori, o ci si dovrà, piuttosto,

limitare a gestirne con consapevolezza

le quantità assunte quotidianamente? Spe-

cialmente dal momento che eliminarlo del

tutto risulta veramente arduo, visto che esso

è abbondantemente usato nell’industria ali-

mentare. Succede, quindi, che il consumatore

confuso non sappia cosa fare e - soprattutto

- cosa mangiare.

GRASSI SATURI: IL PROBLEMA

Fermiamoci, allora, un attimo ad analizzare il

problema. L’ olio di palma contiene una serie

di acidi grassi tra cui “l’acido palmitico” che

rappresenta circa il 41-48% del totale della

sua composizione chimica. Tale acido saturo

(definito così per i suoi legami chimici), se

assunto in dosi eccessive (ma a tal proposito

non ci sono sufficienti studi su dose massima

giornaliera), causa l’aumento del colesterolo

LDL (definito cattivo) con conseguente for-

mazione di placche nelle arterie e maggior

incidenza di ictus o infarti. Ma dunque do-

vremmo chiamare in causa molti altri grassi

che possono provocare gli stessi effetti dan-

nosi per la salute dell’uomo. Per esempio lo

stesso acido palmitico è contenuto anche nei

grassi animali come lo strutto e la sugna a cui

bisogna aggiungere anche “l’acido stearico”

(simile a quello palmitico)presente anche nel

burro. Tutti gli acidi grassi chiamati “satu-

ri” sono nocivi e quindi perché parlare solo

dell’olio di palma?

CAROTENOIDI E VITAMINE: IL PREGIO

Una ricerca del 2001 pubblicata sulla rivista

“L’integrazione nutrizionale” parla di come le

frazioni dell’ olio di palma siano ricchi di “toco-

feroli” e “tocotrienoli” comunemente indicati

come vitamina E e di carotenoidi, squalene,

fitosteroli e coenzima Q10. Tali componenti

sono famosi per i benefici tanto da essere

usati sia in medicina che in cosmesi.

Questo dimostra che un olio come quello

di palma e come diversi altri oli di origine

vegetale ottenuti per estrazione da semi pos-

sano contenere tanto sostanze potenzialmente

nocive quanto sostanze certamente salutari.

Sarebbe opportuno, piuttosto, concentrarsi

maggiormente sui grassi idrogenati (proces-

so chimico di saturazione di acidi grassi) da

cui si ottengono prodotti come la margarina

di origine vegetale la cui composizione non

contempla nessuno delle vitamine o degli

antiossidanti.E sarebbe opportuno concen-

trarsi soprattutto su una corretta e onestà

campagna di educazione nutrizionale chemiri

ad educare il consumatore alla varietà della

dieta mediterranea e non a terrorizzarlo.

M

Olio di palma: conosciamolo

Simona Sampirisi,

nutrizionista e tecnologa

alimentare

www.studiodinutrizione.com

PRO E CONTRO

DI UN ALIMENTO

“CHIACCHIERATO”:

È RICCO DI GRASSI

SATURI, MA È PRIVO DI

GRASSI TRANS

Nutrizionista

GLI ESPERTI

COMPOSIZIONE % IN ACIDI GRASSI DEI PRINCIPALI OLI E

GRASSI ALIMENTARI E RISPETTIVO PUNTO DI FUMO

Olio e grassi

Saturi Monoinsaturi

Polinsaturi Punto di fumo

Olio di arachidi

14,5-26,9

37,1-69,4 14,0-43,1 235C

Olio di cocco

82,0-100

5,4-8,3

1,0-2,3 180C

Olio di girasole

9,2-16,4

14,0-39,8 48,3-74,2 225C

Olio di mais

9,9-21,9

20,2-42,7 39,9-64,0 230C

Olio di oliva e.v.

8-26,5

55,0-83,4

3,5-22,0 210C

Olio di palma

45,0-57,0

36,0-44,0

6,5-12,5 180C

Olio di soia

11,1-20,3

12,7-26,7 55,3-66,6 220C

Burro

53,2-67,5

20,0-27,0

3,4-5,5 170C

Margarina

33,9-71.5

170C

Strutto

43,0

43,0

12

Fonte: Rossel 2001