S
doganata l’idea che “il mondo è degli uo-
mini”, finalmente le donne hanno la loro
rivincita anche in miscelazione.
Tatianaèunabartender grintosa, affascinan-
te e che non si lascia spaventare dai cambiamenti. A
noi ricorda un po’ la scrittrice e blogger Diablo Cody,
con quel fascino sospeso fra una pinup e un rocker.
Le abbiamo chiesto di raccontarci un po’ di lei e del
mondo del bar con uno sguardo tutto al femminile.
Alcune bambine sognano di fare le veterinarie o
le maestre, quando hai cominciato a sognare il
banco bar?
Non a caso anch’iodapiccoladesideravo fare la veteri-
naria! Ero spinta dall’amore per gli animali ma passare
oreacasaastudiarenon facevaperme, erosemprealla
ricerca di un campetto di pallacanestro dove giocare.
Il bartending mi reclamò in un momento in cui non
sapevo cosa volessi fare del mio futuro, mi fece palpi-
tare il cuore alla prima sera passata dietro al bancone
e da allora non ha mai smesso.
Hai cominciato facendo spritz in un bar di Vicen-
za, la tua città natale. Ti sei mai dovuta battere
contro resistenze e pregiudizi legati al fatto che
è una professione storicamente legata alla figura
maschile?
È una domanda retorica? Voglio un gran bene a Vi-
cenza ma devo ammettere che la mentalità in città
è sempre stata puritana. Più che resistenze, mi sono
trovata a difendermi più volte da attacchi verbali e
fisici da parte di clienti maleducati e ignoranti che
si prendevano troppe libertà. Alcune persone sono
ancorate alla mentalità del 1860 quando le prime
barmaid erano considerate donne di facili costumi.
Eal banconepreferisci lavorarecondonneouomini?
Più che per una differenza di sesso, io separo tra
“hard
workers”
e
“lazyasses”
. Partendodaciò, lamiaempatia
è direttamente proporzionale al grado di professiona-
lità dei miei colleghi. Ho avuto momenti di difficoltà
dovuti a episodi di incompetenza a prescindere dal
sesso. Nel mio bar ideale ci sono barman e barmaid
che lavorano insieme per creare un ambiente rilassato
e un drink menu bilanciato e completo.
A un certo punto diventi bartender viaggiatrice…
Ci racconti le tappe più importanti?
Sonomolte le tappema i momenti fondamentali due:
Museo Chicote e BOCA.
VODKA:
STABILE
La vodka è lo spirit che a fine mese paga le
bollette! Facile da vendere e da bere.
GIN:
UP
Dalla Spagna con furore, il Gin Tonic ha toccato
Londra e oggi spopola in Medio Oriente e Portogallo.
CACHACA:
DOWN
Anche se alcuni validissimi brand sono stati lanciati
sul mercato, purtroppo la cachaca non ha ancora
trovato spazio nel cuore del consumatore.
WHISKY:
UP
Il suo consumo è aumentato sensibilmente in tutto
il mondo negli ultimi anni grazie anche a brand
che creano e investono in campagne pubblicitarie
potenti e accattivanti, sia per il consumatore che
per noi bartender.
UP
&
DOWN
CLASSIFICA
SPIRITS
DI TATIANA
Fui chiamata al Museo Chicote da Francesco Cavag-
gioni che mi chiese di far parte del team per il re-
opening di questo storico american bar: il primo in
Spagna cheha aperto i battenti sullaGranVianel 1931.
Allora arrivavo da due anni di Hard Rock Café che,
seppur mi avessero dotato di speed service e orga-
nizzazione maniacale, in quanto a miscelazione non
mi avevano formato molto.
Il primo giorno che misi piede dietro
“la barra”
del
MuseoChicotemi si avvicinòMiguel Perez (oggi Head
Bartender del Solange Cocktails and Luxury Spirits,
nella lista dei 50 Best Bars of the Year 2016) e con
tre boston colmi mi chiese: “Salve, potresti shakeare
questi perme?”. Furono imiei treprimi Cosmopolitan.
Anni dopo sono diventata Head Bartender al BOCA
di Dubai. Grazie a un bar team invidiabile (su tutti
Jan Liska e Laura Duca) ho ampliato le mie conoscen-
ze sui distillati, dando inoltre più spazio ai vini e al
management. Spesso l’amato-odiato lavoro d’ufficio
fatto di numeri, costing, pricing, excel e bla bla bla,
mi teneva lontana dal bar ma è indispensabile per la
NOVEMBRE 2016 /
Mixer
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