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NOVEMBRE 2016 /

Mixer

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tore si parla anche di “abburrattamento”, cioè di percentuale

di chicco di grano che viene trasformata in farina. I cinque

tipi di farina sono quindi la farina integrale che presenta un

abburattamento del 100% e almeno l’1,3% di ceneri; la tipo

2 con abburattamento all’85% e ceneri max 0,95%; la tipo

1 con abburattamento all’80% e ceneri max 0,8%; la tipo 0

con abburattamento al 72% e ceneri max 0,65%; e infine la

00 con abburattamento al 50% e ceneri max 0,55%.

Con la progressiva raffinazione cambia naturalmente anche il

colore, che passa dal giallino dell’integrale a un bianco tanto

più candido quanto più il prodotto è raffinato.

I VALORI NUTRIZIONALI

La riduzione del contenuto di crusca e del germe di grano

genera diversi effetti: come correttamente rilevano gli osser-

vatori più attenti all’apporto nutrizionale nelle farine raffinate

risultasignificativamenteridottoil contenutodi fibre,proteine,

vitamine e sali minerali. Va da sé che se si decide di utilizzare

prodotti a base di farina raffinata nella propria alimentazione

è opportuno equilibrare la dieta introducendo altri prodotti

che colmino la lacune nutrizionali sopra evidenziate.

Ma perché allora si producono e si usano così tante farine

raffinate? La risposta è semplice: eliminando crusca e ger-

me di grano diminuiscono i tempi necessari alla lavorazione

e soprattutto migliora la conservabilità del prodotto. Una

farina tipo 2, per intenderci, ha generalmente una scadenza

al massimo di tre mesi, mentre una doppio zero può anche

superare l’anno di vita.

IL RITORNO DELLE SEMI INTEGRALI E

DELLE TECNICHE MOLITORIE TRADIZIONALI

Negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più, non solo

nella ristorazione gourmet, l’impiego di farine realizzate con

tecnichemolitorie tradizionali. Ne abbiamo parlato con

Luigi

Ricchezza

, consulente tecnico di

Grandi Molini Italiani

e

responsabile istruttori della scuola

Pizza News School

.

Negli ultimi anni la conoscenza delle farine è diventato un

tema sempre più al centro dell’attenzione degli addetti

ai lavori. Secondo la sua esperienza a che cosa è dovuto

questo crescente interesse?

La conoscenza è alla base di ogni lavoro che svolgiamo.

Sembra assurdo, ma la categoria dei pizzaioli non ha mai

dedicato una parte del tempo a studiare ciò che usa ogni

giorno, accontentandosi delle conoscenze tramandate dalla

tradizione. Sapere esattamente il perché delle nostre azioni,

quando stiamo realizzando un impasto o quando scegliamo

una farina, ci consente di operare in maniera corretta e di

poter replicare con costanza un prodotto e questo è uno dei

primi elementi alla base del successo. Offrire un prodotto

realizzato con una farina a basso contenuto di glutine, con le

giuste ore di maturazione, una corretta idratazione, un buon

lievito naturale e lavorata con le tecniche corrette e quel po’

di amore di passione che dobbiamo metterci noi pizzaioli

renderà sicuramente più soddisfatto il cliente.

Alla farina doppio zero si stanno affiancando – se non

sostituendo– farinemenoraffinate, persinonel tradiziona-

lista mondo delle pizzerie napoletane, dove storicamente

si è sempre fatto uso di farina tipo 00. Ci spiega perché?

Rispetto al passato sono migliorate le tecniche, le farine, le

attrezzature, ma anche i palati dei consumatori. I clienti sono

diventati esigenti e attenti anche agli aspetti nutrizionali e al

“mangiar sano”. Il nostromondo sta reagendo con un ritorno

alle origini, rinunciando in parte all’innovazione tecnologica

che ha permesso nello scorso secolo di ottenere farine sem-

pre più bianche e adoperando invece farine meno raffinate.

Le farine meno raffinate sono davvero migliori?

Raffinare il grano totalmente per facilitare il pizzaiolo nella

lievitazioneoper il piaceredi vendere la farina con unbianco

sempre più bianco – cosa che commercialmente ha il suo

fascino – significa scartare quasi totalmente parti impor-

tanti del chicco di grano fondamentali per il nostro ciclo

alimentare. Nella fase della raffinazione vengono progres-

sivamente eliminate sostanze importanti come sali minerali

e vitamine, ma soprattutto la fibra presente nell’involucro

(crusca). La fibra ha un’alta capacità di assorbire liquidi e

contribuisce a creare un senso di sazietà fittizio che è fon-

LUIGI RICCHEZZA

CONSULENTE TECNICO

DI GRANDI MOLINI ITALIANI

E RESPONSABILE ISTRUTTORI

DELLA SCUOLA PIZZA

NEWS SCHOOL